«Meno parole e più fatti in una società che non sa scegliere». In occasione dell'iniziativa di "Nuovi Orizzonti", per la festa nazionale degli alberi, torna centrale il tema dell'inquinamento ambientale. Ieri, all'interno della sede della comunità di "Cittadella Cielo", si sono susseguiti diversi interventi di condanna sulla situazione presente in Ciociaria.
Dure le parole di monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino. «La conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 27) cosa ha fatto? Niente. Siamo in un mondo dove non si sceglie – ha detto – Il giudice Falcone, invece, ha scelto in un mondo dove conviviamo con tante problematiche.

Per quanto riguarda il problema dell'inquinamento della Valle del Sacco in passato sono state stanziate ingenti somme per bonificare le varie discariche. Ma non è cambiato niente. Qualche mese fa, invece, sono stati messi a disposizione 50 milioni e adesso vogliamo capire cosa si farà». Il problema dell'inquinamento in quella zona è da tempo al centro del dibattito ma nonostante questo «per la Valle del Sacco si fa troppo poco – ha continuato Spreafico – Non si può continuare così. La vita è una scelta e noi dobbiamo costruire un'alternativa a questa vita».
Sulla stessa linea il procuratore della Repubblica di Frosinone Antonio Guerriero che ha ribadito la necessità di un cambio di rotta. Dal ricordo del giudice Falcone alle battaglia all'ecomafia. Guerriero ha preso come esempio l'area nel casertano. La cosiddetta "terra dei fuochi", dove c'è un'alta percentuale di tumori e le persone muoiono ogni giorno. «La popolazione lì muore di tumore perché il territorio si è inquinato in maniera irreversibile – ha sottolineato Guerriero – Dobbiamo evitare che anche in provincia di Frosinone possa succedere questo». Poi ha ricordato la zona industriale del capoluogo con strutture ormai in disuso. «Abbiamo decine di fabbriche abbandonate che costituiscono un grosso problema ambientale – ha continuato il procuratore – La Valle del Sacco versa in condizioni pietose. Per non parlare delle discariche che hanno portato a un inquinamento che dura da venti anni ormai con situazioni che sono finite in prescrizione.

Molte discariche non sono in grado di "depurare" effettivamente le tonnellate di rifiuti che si versano in questo territorio e non si fa nulla, di fatto. Dobbiamo tutelare la Ciociaria e costruire un nuovo codice di disastro ambientale». Infine, ha ribadito l'importanza di formazione in questo settore ambientale per cercare di costruire operatori che tutelino il territorio.
Una talea per Falcone
A più di 30 anni dalla strage di Capaci, una talea diventerà un albero per ricordare il sacrificio del giudice Giovanni Falcone, assassinato dalla mafia il 23 maggio 1992. La comunità ha preso in carico la "Talea di Falcone", simbolo della lotta alla criminalità organizzata, che sarà posta a dimora nella sede della comunità internazionale di diritto pontificio.

All'evento era presente la fondatrice Chiara Amirante. Insieme a lei hanno partecipato diverse autorità: c'era il sindaco Riccardo Mastrangeli, il procuratore Antonio Guerriero e il prefetto Ernesto Liguori. Presenti anche forze militari e di polizia, come il generale di corpo d'armata e comandante del corpo forestale dei carabinieri Antonio Pietro Marzo.

Al tavolo anche il vescovo monsignore Ambrogio Spreafico e il prefetto del dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini.
L'evento ha coinvolto diverse scuole della città già attive nei progetti di prevenzione al disagio giovanile, nei quali i ragazzi e le ragazze sono diventati protagonisti di attività sociali, artistiche e culturali alla scoperta della ricchezza del proprio territorio, ma anche nella crescita di responsabilità nella riqualifica e custodia dei luoghi che sono chiamati a vivere e abitare.
Un albero non solo per il clima ma in ricordo di un giudice che si è sacrificato per il bene comune. La talea di Falcone è un atto simbolico che vuole essere un esempio per tutti.