I problemi derivati dai costi energetici e dall'instabilità politica hanno portato a inevitabili scossoni nel sistema produttivo laziale, del basso Lazio e ciociaro con quest'ultimo che si piazza tra le prime 15 province in Italia per ore di cig. Le ore di cassa integrazione autorizzate ad ottobre di quest'anno ammontano in Italia a 44 milioni (di cui 38,2 milioni di ordinaria, straordinaria e deroga e circa 6 milioni di Fondi d solidarietà a gestione Inps), con una contrazione rispetto allo stesso mese del 2021 del 55,7%.

Nei primi dieci mesi dell'anno, secondo uno studio della Uil, sono state raggiunte oltre 507 milioni di ore tra cassa integrazione e Fondi di Solidarietà (di cui il 47,1% nel Nord), in diminuzione dell' 80,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ma in aumento del 122,4% rispetto allo stesso periodo del 2019 (anno pre-crisi).

Le prime tre regioni per maggior numero di ore di cassa integrazione autorizzate e Fondi di Solidarietà, sono: la Lombardia con 89,1 milioni di ore, seguita dal Lazio con 80,6 milioni e il Veneto con 45,7 milioni. Rispetto allo stesso periodo del 2019, aumenti di ore di cassa integrazione di sono registrati in tutte le regioni, ma la variazione più alta si registra in Abruzzo (+276,4%) seguita dal Lazio (+235,2%) e dal Veneto (+226,7%).

A livello provinciale, la sola cassa integrazione nelle sue tre gestioni (ordinaria straordinaria e deroga), vede ai primi tre posti per maggior numero di ore autorizzate Roma, Milano e Taranto, mentre agli ultimi 3 posti per minor numero di ore Oristano, Ragusa ed Imperia. Rispetto al medesimo periodo del 2019, nei primi 10 mesi del 2022, si registra una flessione di ore di cassa integrazione in 18 province, con la maggiore contrazione a Lucca (-43%).

In questo contesto, il pesante maglio della crisi si è fatta sentire anche sul basso Lazio con numeri preoccupanti soprattutto per la provincia di Frosinone. La Ciociaria, infatti, è tra le 15 province per maggior numero di cassa integrazione da gennaio a ottobre di quest'anno. La variazione percentuale dello stesso periodo tra il 2019 e il 2022 è di 87,9. Tra gennaio e ottobre 2019 le ore di cig sono state 4.709.367; nel 2020, in piena pandemia, 22.470.942; nel 2021 17.904.304 e nel 2022 8.849.550.

Va meglio a Latina, migliore performance di tutta la regione, dove la variazione percentuale tra gennaio-ottobre 2019 e gennaio-ottobre 2022 è stata del 29,6. Nel 2019 le ore di cassa integrazione sono state 1.268.149; nel 2020 15.763.957; nel 2021 10.570.514 e nel 2022 1.643.315. Peggio di tutti fa Roma con il suo +210,3%: nel periodo gennaio-ottobre 2019 le ore di cig sono state 12.142.359, nello stesso periodo del 2022 37.677.019.

Tuttavia secondo l'Istat, l'inizio dell'autunno non ha scalfito il buon andamento registrato dal mercato del lavoro italiano a partire da settembre. Ma guardando le tabelle diffuse giovedì mattina dall'istituto nazionale di statistica salta all'occhio che l'aumento degli occupati registrato a settembre dipende esclusivamente da un boom di lavoratori over 50, che salgono di 135.000 mentre tutte le classi di età più giovani registrano cali. La crescita (le stime parlano di un aumento di 117.000 dei dipendenti tempo indeterminato in parte compensato dalla diminuzione dei precari e degli autonomi) è insomma poco più che un'illusione ottica.

Dietro quei numeri ci sono con buona probabilità più che altro uscite dalla cassa integrazione: dall'anno scorso l'istituto di statistica conta le persone cassaintegrate da più di tre mesi tra i disoccupati o tra gli inattivi e in ottobre, complice il calo dei prezzi del gas rispetto ai valori estivi, quella platea si è ridotta. All'effetto cig si somma poi qualche stabilizzazione di contratti a termine legata alla scadenza di una parte delle ampie deroghe al decreto Dignità concesse in periodo pandemico.