Gli italiani non frequentano più le sale cinematografiche. È un problema per il quale oggi i gestori dei cinema stanno pagando un prezzo troppo alto. Un'abitudine che si è persa col passare degli anni, ma soprattutto negli ultimi due. Perché la pandemia ha stravolto la quotidianità delle persone. E i gestori delle strutture sostengono che la chiusura nel marzo 2020 e l'inizio del lockdown abbiano contribuito a bloccare del tutto il settore.

Anche in Ciociaria le sale restano vuote e gli incassi sono sotto del 60%. Un dato preoccupante e in linea, purtroppo, con la situazione nazionale. «Stiamo vivendo un crollo che fa paura – racconta Stella Mandova, gestore del cinema Nestor di Frosinone – Ovviamente con questi numeri la struttura non si può reggere». Tanti i punti interrogativi e tante le paure. «Vedremo. Adesso siamo in attesa che esca "Avatar", il 14 dicembre, e "Il gatto con gli stivali 2". L'uscita di questi film – continua la signora Stella – potrebbe riportare le persone al cinema. Ad esempio "Avatar" è un film che abbraccia tutto il pubblico, infatti lo metteremo in proiezione nella sala grande».

La discesa negli anni
Stella Mandova dagli anni 90 lavora nel cinema Nestor. Dalle lunghe file per cercare di prendere un posto a sedere alle sale vuote. Da dieci anni ha rilevato l'attività. «C'era gente in fila per tutta la scalinata. Ricordo quando uscì "Titanic", oppure "La vita è bella" di Roberto Benigni – dice – Era tutto diverso. Prima c'era la voglia di uscire ma soprattutto c'era l'intenzione di andare al cinema. Oggi sto cercando di andare avanti ma così è veramente difficile».

Per quanto riguarda le feste di Natale, invece, «negli anni 90 e 2000 le persone si presentavano in biglietteria già nel primo pomeriggio, alle 14. Se volevi un posto a sedere eri costretto a fare la fila». Con l'avvento dell'era digitale e con la produzione di televisori moderni qualcosa è iniziato a cambiare. «Posso dire che purtroppo il coronavirus ha finito di far organizzare le persone in casa – sostiene la signora Stella – Oggi è cambiata la cultura del pubblico e si esce solo per andare a vedere un film di qualità, già informati. C'è un pubblico diverso. Anche se purtroppo non capiamo granché. Abbiamo tanti punti interrogativi e tante difficoltà. Ad esempio per il film "Caravaggio" di Michele Placido, che recentemente è stato nelle sale, mi sarei aspettata più pubblico e invece no. A gennaio bisognerà capire cosa fare. Vedremo».

Tutte problematiche che forse possono rientrare anche nel cambio di normativa che regolamenta le piattaforme. Infatti, fino a qualche anno fa un film approdava in prima serata dopo circa due anni. Invece adesso il limite massimo è sceso di parecchio e in tempi brevi un telespettatore si ritrova a guardare un film a casa propria, disponibile in televisione. Poi ci sono le piattaforme online. Molte propongono abbonamenti a prezzi vantaggiosi. E ultimamente alcune produzioni preferiscono non uscire più in esclusiva nelle sale cinematografiche ma scelgono una delle tante piattaforma streaming presenti. Anche i cosiddetti cinepattoni che, fino a qualche anno fa riempivano i cinema, oggi stanno uscendo in esclusiva on demand. Abituando così sempre più persone a preferire di restare a casa piuttosto che scegliere di guardare un film al cinema.

Però c'è qualche progetto che oggi resiste. Ad esempio il cinema Nestor vanta ancora alcune collaborazioni con le scuole. Anche se, una volta fuori l'orario scolastico, i ragazzi non frequentano più le sale cinematografiche.

L'esperienza del Dream
Il 2019 è considerato dall'amministratore delegato del Dream Cinema, Ermenegildo Raucci, l'anno migliore per le sale cinematografiche. «Purtroppo con la pandemia tutto è cambiato. Al 30 settembre contiamo un 50% in meno di incassi – spiega Raucci – Nonostante oggi siano tanti gli ingredienti per far in modo che le persone si riavvicinino al cinema. Come produzioni di qualità e diverse iniziative che potrebbero far ripartire uno dei settori che più ha sofferto in questi anni. Ora speriamo che con il prossimo anno la situazione si riprenda». Le persone si sono abituate, forse troppo, a vedere i film a casa. Ma l'esperienza cinematografica è irripetibile. L'immagine, l'audio, per quanto possano essere all'avanguardia i nuovi televisori in commercio, non saranno mai equiparabili col guardare un film in sala.

Il nuovo Manzoni fa fatica
Un investimento coraggioso, quello del signor Enzo Pagano, che dal 2021 ha rinnovato completamente il cinema Manzoni di Cassino. La struttura è stata chiusa per quattro anni e «ovviamente oggi è un impegno maggiore riuscire a riempire la sala – spiega Pagano – Abbiamo riaperto sotto la gestione di RadioCassinoStereo il primo giugno del 2021. Stiamo cercando di ricreare quella cultura nel territorio per far riavvicinare le persone alla struttura. Rispetto all'anno scorso oggi vediamo più gente ma se lo tariamo sul territorio del cassinate certamente i risultati sono molto bassi. C'è ancora tanta gente che deve tornare al cinema. Ovviamente nel caso nostro è una situazione più lenta. Prima di subire questa trasformazione la sala cinematografica era poco accogliente, fredda, con un'acustica pessima e immagini molto scadenti. Molte persone potrebbero essere rimaste con questa idea. Adesso è un cinema, tecnologicamente parlando, all'avanguardia». Dall'amplificazione allo schermo e al proiettore: oggi il Manzoni è un cinema rinnovato.

«Purtroppo molte persone in passato hanno trovato un'altra situazione e ancora non hanno ricevuto la notizia che adesso la sala è completamente rinnovata – sottolinea Pagano – Oggi stiamo lavorando su questa idea, ormai vecchia, di una sala che oggi è trasformata».
I tempi cambiano, è tutto in evoluzione. Ma la magia di guardare un film al cinema piuttosto che in televisione è tutta un'altra cosa.