Città digitali, la strada che deve percorrere Frosinone è ancora lunga. Nell'annuale rapporto ICity Rank 2022 il capoluogo ciociaro scivola al 94° posto, perdendo altre otto posizioni in dodici mesi. In vetta si conferma Firenze, seguita da Milano, mentre al terzo posto c'è un gruppo di città a pari merito: Bergamo, Bologna, Cremona, Modena, Roma e Trento.
Negli ultimi anni Frosinone non era mai stata così in basso, 71° posto nel 2018, 69° l'anno successivo, 54°, miglior risultato nel 2020, e 86° nel 2021. Ma dal Comune fanno alcuni distinguo, ritenendo che la classifica non rispecchi la reale situazione per un difetto di comunicazione dei dati. Gli indici considerati nella ricerca sono: servizi online, app municipali, piattaforme abilitanti, social Pa, open data, presenza del responsabile per la transizione digitale e WiFi pubblico.
L'assessore all'Innovazione tecnologica e smart city del Comune di Frosinone Alessandra Sardellitti spiega: «Secondo un altro studio, lo Human smart city index 2022 eravamo molto più avanti, al 52° posto e undicesimi tra le città medie. Dipende dai parametri considerati. Forse a molti questionari non c'è stata risposta. Martedì all'incontro con Forum Pa ci hanno detto "siete carenti nel comunicare alcuni servizi che esistono, voi ce li avete ma non li sapete comunicare". Non è una bocciatura perché ci sono tanti passaggi di posizione anche per un solo punto. Nello studio si è evidenziato che l'Italia è divisa in due e il Nord va a un'altra velocità. Noi cerchiamo di colmare questo gap con il Nord. Stiamo lavorando per salire di posizione. Con i fondi del Pnrr dovremmo migliorare e riuscire ad allinearci con le province del Nord. Il fatto stesso che ora c'è un assessorato all'innovazione digitale e alle smart city significa che c'è un cambio di passo. Ora cercheremo di innovare il più possibile la parte informatica e i rapporti con i cittadini».
Il Forum della pubblica amministrazione osserva: «Si assiste a una decisa accelerazione nel livello medio di digitalizzazione e a un riequilibrio che ha portato ad accorciare le distanze dal vertice anche da parte di diverse realtà tra le città del Sud e i centri più piccoli».
«Nel 2022 abbiamo assistito ad una forte accelerazione digitale delle città italiane, da un lato grazie al consolidamento delle piattaforme abilitanti come Spid, PagoPA, AppIO, dall'altro al supporto finanziario e operativo centrale - commenta Gianni Dominici, direttore generale di Fpa - Molte città si sono avvicinate al modello che per anni è stato di poche realtà innovative e oggi la grande maggioranza dei capoluoghi è a buon punto nel percorso di digitalizzazione. Si può considerare conclusa con successo una prima fase, ma se ne apre una nuova, in cui è necessario stimolare la fruizione effettiva dei servizi online dei cittadini, rendere i social e le app veri strumenti di partecipazione alle decisioni, utilizzare le tecnologie per creare strumenti integrati di monitoraggio».
La copertura di servizi online è passata dal 41% nel 2019 all'82% nel 2022 (con 75 amministrazioni che hanno attivato on line almeno 8 servizi sui 10 monitorati), quelli accessibili con Spid sono saliti dal 39% al 71% in due anni e il flusso di transazioni tramite PagoPA è raddoppiato rispetto allo scorso anno. La copertura delle App in un anno è salita dal 57% al 66%; l'indice di attivazione dei social è passato all'88%; le amministrazioni che pubblicano Opendata sono passate da 64 a 69; quelle con reti WiFi pubbliche da 104 a 105.