Capo tifoso morto, prosciolti padre e figlio. Il 22 maggio del 2021 il frontale in via Armando Fabi, in cui perse la vita Ernesto Caperna, 53 anni, ucciso in un incidente che coinvolse la sua Hyundai i20 e un'Audi Q2 condotta da un trentenne V.M. Il gip ha posto la parola fine, prosciogliendo padre e figlio, ovvero dall'accusa di omicidio colposo stradale il trentenne e di favoreggiamento e sostituzione di persona il sessantenne G.M. Tutti di Frosinone.
Nella serata del 22 maggio, a seguito dell'impatto, i carabinieri trovarono sul posto il sessantenne, il quale dichiarò che era lui alla guida della macchina coinvolta nello scontro con il veicolo guidato dal tifoso del Frosinone. A seguito delle indagini, emerse che non c'era il padre alla guida, ma il figlio che, nel frattempo, in stato di choc si era dileguato a piedi. Incriminato, quindi, per favoreggiamento e sostituzione di persona il sessantenne. Dopo qualche giorno il trentenne si presentò spontaneamente in caserma, accompagnato dal suo avvocato, Giampiero Vellucci, sostenendo che non aveva nessuna responsabilità nella causa del sinistro e si era allontanato in preda a un forte choc e che il padre, accorso sul posto, essendosi lui dileguato, si era sostituto dicendo che alla guida ci fosse lui.
Ne è nata una battaglia a colpi di perizie, in quanto gli eredi del deceduto hanno nominato avvocati e consulente tecnico di parte, che hanno animato la fase delle indagini preliminari, opponendosi a una prima e a una seconda richiesta di archiviazione. Ma a fronte di questi atti di opposizione, nulla è sortito di favorevole, perché la difesa, rappresenta dall'avvocato Vellucci, aveva immediatamente chiesto l'acquisizione delle immagini dell'impianto di sorveglianza del vicino distributore e di un'altra attività commerciale. Immagini dalle quali si evinceva che l'auto, guidata da Caperna (probabilmente colto da malore o da un colpo di sonno), aveva invaso la corsia di percorrenza del giovane frusinate, tanto da poter costituire la prova principale dell'assoluta estraneità del trentenne, anche se al medesimo era stata contestato un lievissimo eccesso di velocità, costituito da dieci chilometri orari, rispetto al limite 50, trattandosi di un centro abitato.
Il gip, alla luce del fatto che, ove fosse stato anche osservato il limite di 50 da parte del giovane frusinate, non sarebbe stato possibile evitare la collisione e l'effetto letale, ha prosciolto pienamente il trentunenne. Quanto alla posizione del padre, che si era sostituito alla guida all'arrivo dei carabinieri, è stata accolta la richiesta della difesa sotto un duplice motivo: sia perché nei giorni seguenti il giovane aveva ammesso di essere lui alla guida, facendo così venir meno l'inquinamento probatorio, sia perché il reato di sostituzione di persona era stato posto in essere al solo fine di favorire il figlio. Reato che secondo una causa di non punibilità, non può essere commesso tra congiunti, trattandosi di una condotta naturalmente finalizzata a proteggere il figlio dalle conseguenze che, in quel momento, potevano anche essere costituite da un arresto.