Una campagna elettorale con toni forti. Anche oltre le righe. Ed è per questo che per le comunali del 2017 c'è un'appendice giudiziaria. Ieri, davanti al giudice monocratico Fiammetta Palmieri del tribunale di Frosinone c'è stata la requisitoria del pubblico ministero Marzia Uras nei confronti dei tre imputati accusati di diffamazione nei confronti dell'allora sindaco Nicola Ottaviani. L'accusa ha così chiesto una condanna a sei mesi per Raffaele Fiorillo e l'assoluzione per l'ex consigliere comunale Vincenzo Savo e per l'allora candidato al consiglio Rino Antonio Perrera, per la particolare tenuità del fatto.

Per la procura il contenuto dei video incriminati sarebbe diffamatorio, ma l'averli condivisi da parte degli altri due non è stato considerato sufficiente a integrare un reato. Di tutt'altro avviso la parte civile, costituitasi con l'avvocato Rosario Grieco per l'ex primo cittadino, che ha chiesto la condanna di tutti e il risarcimento del danno, ritenendo i video offensivi e che la condivisione degli stessi abbia contribuito a raggiungere più persone. Le difese hanno insistito per l'assoluzione, producendo anche delle sentenze che vanno nella direzione dell'esclusione del concorso nella diffamazione per la semplice condivisione di un documento.

La volontà dei candidati - è stata l'interpretazione della difesa dei candidati - era quella di condividere l'appello al voto. Concluse le arringhe il giudice ha rinviato la decisione a dopo le repliche previste per il 13 dicembre.
Fiorillo, Perrera e Savo sono difesi dagli avvocati Antonella Bianchi, Elisa Fratangeli, Vittorio Vitali (tra l'altro ex consigliere comunale) e Christian Alviani (quest'ultimo consigliere comunale). La vicenda per la quale il sindaco Ottaviani lamenta danni morali, materiali, economici, dell'onorabilità e della reputazione, trae origine da alcuni video postati su Facebook durante la campagna elettorale per le amministrative del maggio 2017. Ottaviani era candidato a sindaco e correva per la conferma a un secondo mandato, come poi sarebbe accaduto.

In particolare, era stato Fiorillo a postare una serie di frasi ritenute diffamatorie dal sindaco tra cui "a voi vi si è comprato, vi porta la spesa, via paga le bollette... un sindaco che difende chi ruba al proprio comune" e anche altre sul piano personale, ha ricostruito la procura. Tali contenuti, secondo l'accusa, erano stati condivisi, sempre su internet, da alcuni candidati alle elezioni tra cui appunto Savo (candidatosi e poi eletto in consiglio con la lista Cristofari) e Perrera (in lizza con la lista la Tenda che portava avanti la battaglia della Multiservizi).
Era stato il pm Alessandro Di Cicco a disporre per tutti e tre la citazione diretta a giudizio.