"Ossigeno ozonoterapia: passato presente e futuro" è il titolo del libro che il dottor Francesco Raponi, tra i primi operatori dell'ozonoterapia in Italia, presenterà il prossimo 29 novembre a Roma nella Sala Alessandrina, all'interno dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria e a seguire sia a Latina che a Frosinone. La terapia praticata dal dottor Raponi permette ai pazienti di avere giovamento, senza controindicazioni, per il trattamento della quasi totalità delle forme artrosiche e di molte altre patologie dell'apparato osteoarticolare, flogistiche, post-traumatiche o degenerative. Lo abbiamo intervistato per comprendere meglio le caratteristiche e i benefici di questo tipo di pratica medica.

Dottor Raponi, in cosa consiste l'ossigeno-ozonoterapia?
«L'ossigeno-ozonoterapia è una metodica terapeutica che consiste nell'utilizzare una miscela di ossigeno e ozono che può essere immessa attraverso diverse modalità. Quello da me adoperato è il metodo Discosan, che consiste in infiltrazioni di una piccola quantità di tale miscela nel muscolo paravertebrale, cioè accanto alla colonna».

Quali effetti ha?
«Ha azione antinfiammatoria, analgesica e antiedemigena e riduce l'ernia del disco, una sostanza gelatinosa che fuoriesce dal disco vertebrale. È un trattamento indicato per tutte le patologie legate alla colonna vertebrali, quali protrusioni, tendiniti ma può anche migliorare, seppur non risolvere definitivamente, la stenosi della colonna. Nel novanta per cento dei casi c'è una riduzione quasi totale dell'ernia del disco, mentre nel caso delle protrusioni, che consistono in un aumento del volume del disco, si ha una riduzione minore».

Quali sono i benefici?
«C'è subito un miglioramento della mobilità e una riduzione graduale, fino alla scomparsa del dolore, nelle condizioni di lombosciatalgia. Il dolore si ha solamente perché il nervo tocca la dura madre, cioè il foglietto esterno del midollo spinale. La riduzione dell'ernia, quindi, impedisce questo contatto e di conseguenza la manifestazione del dolore».

Di quante sedute c'è bisogno?
«Il metodo Discosan consiste in circa dodici terapie, con frequenza di due o tre volte a settimana, per la durata di un mese».

I risultati sono temporanei o c'è una risoluzione definitiva?
«In molti casi il dolore non si ripresenta. Ho avuto pazienti trattati venti anni fa che ancora oggi non hanno sintomi legati all'ernia del disco. Ma anche negli altri casi il vantaggio è duraturo e il dolore può tornare a manifestarsi a distanza di due o tre anni».

Da quanto tempo pratica l'ossigeno-ozonoterapia?
«Ho iniziato a praticarla in sperimentazione dal 1988, il mio maestro è stato l'ortopedico Cesare Verga, che mi ha ospitato nel suo studio a Bergamo e che poi, a sua volta, è stato nei miei studi ad Alatri, a Fiuggi e a Roma. All'inizio c'era molto scetticismo nei confronti di questa terapia, che era praticamente sconosciuta. Già dal 1990 iniziò a suscitare l'interesse della stampa, proprio perché ancora non veniva praticata. All'epoca, essendo ancora in fase di sperimentazione, eravamo imprecisi sui motivi per cui funzionava. Nel 1995 abbiamo dato il nostro macchinario all'ambulatorio Icot di Latina, dove è stata eseguita una sperimentazione della terapia intradiscale, cioè con l'inserimento di un ago teleguidato all'interno del disco. È una modalità che ancora si attua ed è praticata da radiologo e neurochirurgo».

Che differenza c'è tra la terapia intradiscale e quella paravertebrale da lei praticata?
«La prima è limitata a due o tre somministrazione, mentre la paravertebrale prevede dodici o tredici terapie. La differenza sostanziale, però, sta nel fatto che la somministrazione all'interno dell'ernia comporta una serie rischi, considerando che viene utilizzato un ago da dodici che buca il disco immettendo una piccola quantità di ozono nell'ernia. La terapia paravertebrale, invece, permette la diffusione della miscela di ossigeno e ozono nel muscolo, che poi entra nel forame vertebrale e quindi va nella colonna, senza rischi o controindicazioni».

Oggi dove svolge la sua professione?
«Principalmente a Frosinone, ma anche a Roma e a Terracina e faccio anche terapie domiciliari utilizzando un apparecchio medicale portatile».