Processo per la storia del sussidio ai poveri, ascoltati tre testi nell'udienza di ieri. A processo sono finiti l'ex sindaco di Monte San Giovanni Campano, Angelo Veronesi, il responsabile dei servizi sociali Paolo Nozori, l'assistente sociale Anna Abballe, nonché due cittadine.
Ieri sono stati ascoltati tre percettori di tali redditi i quali hanno sostenuto di aver presentato la domanda in quanto si trovavano in serie difficoltà economiche.
La prossima udienza è stata aggiornata al 10 gennaio.

La ricostruzione
La storia che ha portato a processo l'ex primo cittadino di Monte San Giovanni Campano e altre quattro persone, risale al 2016. Diverse in quel periodo le sollecitazioni in Comune da parte di cittadini indigenti che non avevano ricevuto il contributo.
Nel 2016 la prima segnalazione, seguita da una denuncia agli uffici della Procura della Repubblica di Frosinone. Una vicenda, quindi, scoppiata proprio all'alba delle ultime elezioni per il rinnovo del consiglio comunale. Partendo dall'atto di querela, nel quale erano stati indicati i vari capi di accusa rivolti ad amministratori e impiegati comunali, gli inquirenti avevano aperto un fascicolo, come atto dovuto, e avviato pertanto le indagini.

Sindaco e dipendenti, stando alle accuse, si sarebbero limitati a raccogliere le domande, compilandole al posto dei cittadini, senza alcuna istruttoria e disponendo mediante determina il pagamento delle somme (da 250 a 600 euro).
Centodiciotto le domande anomale, alcune delle quali recanti firme apocrife dei diretti interessati o falsi stati di disoccupazione. Agli "indigenti" sarebbe poi stato chiesto di votare per la lista "Impegno Comune".
Nel collegio difensivo gli avvocati Marco Maietta, Luigi Tozzi, Emiliano Caperna, Marco Moretta.
Parti civili gli avvocati Maria Luisa Ambroselli, Federica Nardoni e Silvio Bruni. Il comitato civico Free Monte resta parte civile nel processo penale. Prossima udienza il 10 gennaio nel tribunale di Frosinone.