Misura convalidata per D.S., il trentunenne arrestato dopo l'aggressione armata di martedì scorso in via Virgilio. A pesare, per il giudice Casinelli, il rischio della reiterazione del reato, la pericolosità sociale e comportamenti ritenuti inaffidabili: a suo carico altri giudizi per evasione dai domiciliari. Uno definito con una assoluzione, un altro ancora pendente. Non ci sarebbero, dunque, per il gip Alessandra Casinelli né cause di giustificazione né di estinzione del reato. Troppo gravi le ferite inferte (che in un caso, quello della ragazza, avrebbero portato anche a una prognosi riservata). Non meno importante la personalità dell'indagato, con difficoltà a rispettare l'ordine e l'autorità. Elementi che avrebbero indotto a convalidare la misura, correttamente eseguita dai carabinieri della Compagnia di Cassino guidati al maggiore Anastasia e dal tenente Giorgione, senza concessioni.

La misura si aggrava
Al trentunenne posto in stato di fermo subito dopo la violenza registrata nel pomeriggio di martedì in via Virgilio è contestata l'ipotesi di tentato duplice omicidio aggravato da futili motivi e dal possesso ingiustificato dell'arma: un coltello di circa 20 centimetri. Il trentunenne, che inizialmente sembrava volesse parlare, ci ha poi ripensato scegliendo la strada del silenzio. Il suo legale, l'avvocato Fausto Tomassi, ha intanto rinunciato per gravi divergenze sulla linea difensiva.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti l'indagato avrebbe colpito con diversi fendenti sia la ragazza (sua amica), sia il fidanzato di quest'ultima. Ancora non è ben chiaro il movente: sembrerebbe che la lite iniziale non fosse tra i due uomini di 31 anni ma tra la trentatreenne (rappresentata dall'avvocato Eleonora Rea) e il suo compagno (rappresentato dall'avvocato Giancarlo Corsetti). L'arrestato sarebbe intervenuto per sedare quella discussione divenuta violenta, finendo però per diventare l'attore principale di una aggressione spaventosa: la trentatreenne avrebbe cercato quindi di dividerli. Due i fendenti più gravi assestati alla giovane al torace e all'altezza del fegato, che hanno causato ferite interne, con la perdita di molto sangue.

Molti quelli schivati. Ferito pure il compagno della trentatreenne attinto a una gamba e uno studente che - udendo le urla dal palazzo - non ha esitato, tentando di bloccare quella follia. Sarebbe stato proprio il giovane studente a sfilare il coltellaccio dalle mani dell'aggressore e a cercare aiuto tra i presenti. Proprio il racconto dei testimoni oculari avrebbe costituito un primo quadro per il gip su cui potersi muovere per basare la decisione relativa alle esigenze cautelari in carcere. La ragazza, infatti, ancora ricoverata in condizioni serie all'ospedale di Cassino, non è stata ancora ascoltata dai carabinieri, su delega del pm Mattei: cruciale sarà la sua testimonianza.

Le indagini proseguono
Fondamentale, senza ombra di dubbio, anche l'analisi dei cellulari sequestrati a tutti i coinvolti, persino alla madre dell'indagato. Setacciando chat e tabulati si potrà capire qualcosa di più di una violenza in apparenza incomprensibile. Non solo. Oltre a una pianta di marijuana, alta circa 40 centimetri, gli inquirenti hanno sequestrato all'indagato documentazione varia, comprese carte d'identità e altri documenti su cui, ora, si stanno concentrando le attenzioni. Cuore delle attività in corso la ricerca di un movente.