Dalla cartiera di Guarcino alle aziende di ceramiche fino alle vetrerie: diverse sono già in cassa integrazione. L'obiettivo è sempre lo stesso, quello di cercare di concentrare le forze contro il rincaro energetico. Oggi c'è molta attenzione in tutte le aziende. C'è chi ricorre a investimenti alternativi, come l'installazione dei pannelli solari, oppure chi bandisce l'accensione dei riscaldamenti invitando gli operai a vestire con indumenti più pesanti.

Se prima l'energia era una componente all'interno di un'azienda, oggi nel budget è un elemento fondamentale. Il segretario dell'industria alimentare e componente del direttivo della Uil Frosinone, Gabriele Cipolla (nella foto), delinea la situazione della provincia.

Quante sono oggi le imprese che ricorrono alla cassa integrazione?
«Le aziende che ne fanno uso sono diverse. Ma la maggior parte opera nel settore del vetro e delle ceramiche; mentre per le altre resta sempre la preoccupazione del caro bollette. Fermare la produzione per molte aziende creerebbe più danno che utile».

Mentre per le aziende che ancora resistono, qual è la situazione?
«Qualcuna ci ha convocato dicendo che accenderanno i termosifoni più tardi, altre daranno indumenti più pesanti per risparmiare sui riscaldamenti. Le aziende si stanno organizzando per cercare di limitare il danno, ma non perché il danno non ci sia. E se la situazione dovesse continuare saremmo costretti ad assistere a uno scenario molto triste».