Un altro storico locale del borgo antico di Atina ha chiuso i battenti. Il caratteristico ristorante "Le Cannardizie". Era nell'aria già da qualche anno, cioè da quando la proprietà dell'immobile aveva chiesto la restituzione dei locali.
E così, domenica scorsa, una delle esperienze più riuscite e indovinate del panorama culinario atinate si è conclusa. Almeno per il momento.
Amarezza e tristezza nei tanti clienti che per anni hanno potuto assaporare i piatti tipici della tradizione di Atina e del territorio, magistralmente preparati e cucinati da Patrizia Patini e da Vittorio Bastianelli, un binomio di competenze e abilità che hanno portato "Le Cannardizie" ai vertici dell'arte in cucina.
Non meno suggestivo l'ambiente nel quale era ubicato il locale: le vecchie cantine della famiglia Visocchi di Atina, dove in ogni angolo era possibile ammirare gli antichi strumenti e gli attrezzi utilizzati dai produttori di vino nell'Ottocento.

«È stato bello ricercare le radici della storica Cantina Visocchi, abbandonata dal 1954 in un palazzo del centro storico di Atina, e ristrutturarla integralmente per farne rivivere le gesta attraverso gli eventi enologici, le degustazioni a tema e le pubblicazioni», così Patrizia e Vittorio hanno salutato via social quanti hanno apprezzato i loro sforzi e, soprattutto, si sono deliziati dei piatti preparati dopo accurate documentazioni per rimanere nel solco della tradizione dei piatti della cucina atinate.

«È stata un'esperienza totalmente travolgente, in cui ci si ritrova coinvolti in sentimenti contrastanti, fatti di momenti magici e nello stesso tempo difficili; in cui ci si diverte, si canta, si grida con passione ed euforia. In venti anni "Le Cannardizie" hanno maturato idee ed esempi che lasceranno un buon ricordo, che parleranno di storia e di buon gusto».
Poi il saluto che si veste di mestizia, ma dal quale traspare, neanche troppo velatamente, il desiderio di continuare questa ventennale avventura nel gusto e nella tradizione locale: «Purtroppo, la vita cambia e non lascia troppo tempo per riflettere sul futuro prossimo, ma una cosa è certa: la voglia di rimettersi in gioco ci aiuta a rigenerare la mente e lo spirito, quindi, chissà se ci sarà un seguito, una nuova fase e un nuovo sogno. Intanto arrivederci».