Auto rubate, incidentate o clonate che avevano una nuova vita, grazie al telaio contraffatto e a una targa diversa dall'originale. Un meccanismo ben studiato che, però, è stato scoperto dalla polizia stradale di Frosinone. Così la procura del capoluogo ciociaro ha ottenuto gli arresti domiciliari per un meccanico di Amaseno e il sequestro di 32 vetture.
L'indagine, che il procuratore Antonio Guerriero ha delegato alla polizia stradale di Frosinone, è partita, lo scorso agosto, con il sequestro di tredici autovetture, provento di furto, operato dagli agenti della polstrada di Sora. Da lì, ben presto l'indagine si è allargata e ha interessato soprattutto Amaseno e anche Priverno.
Il gip del tribunale di Frosinone Fiammetta Palmieri ha disposto gli arresti domiciliari per il meccanico Damiano Zomparelli, 32 anni. Quest'ultimo, difeso dall'avvocato Gianmarco Conca, interrogato dal magistrato ha fornito la sua versione dei fatti. La difesa ha chiesto la revoca o una misura meno afflittiva. Se la richiesta non sarà accolta presenterà ricorso al Riesame.

Sulla base delle indagini, condotte dagli uomini del vice questore Stefano Macarra, oltre a Zomparelli, risultano indagate per riciclaggio altre quattro persone. Secondo le accuse, il meccanico avrebbe venduto una serie di vetture con «operazioni tali da ostacolare l'identificazione della provenienza illecita», attraverso una targa diversa dall'originale e con modifica delle targhette identificative e del numero di telaio. Si tratta di veicoli rubati rimessi in circolazione con telai di auto incidentate o di provenienza estera (in modo particolare da Spagna, Germania e Belgio). I veicoli (tra cui Jeep Renegade, Fiat Abarth 500 e Panda, Alfa Mito, Fiat Fiorino, Audi A4 e A6 e Volkswagen Polo) erano stati rubati ad Aprilia, Roma, Latina, Rocca di Papa e Pomezia o avevano un'altra storia.

Nello specifico, in base a quanto ricostruito dalla polstrada, «il numero di telaio del veicolo risultava ripunzonato artigianalmente con caratteri difformi dagli originali per impressioni di stampa e di allineamento, nonché per la mancanza della targhetta identificativa».
In due casi sono stati proprio gli acquirenti dei veicoli, preoccupati dalle voci che si rincorrevano ad Amaseno sui sequestri di auto, a chiedere accertamenti su una Smart, risultata in precedenza avere una targa tedesca di una Volvo, e una 500 con targa italiana, tuttora circolante in Spagna. Entrambe le vetture sono state poi sequestrate.

E ancora dai controlli su un'Audi A4 saltava fuori che il telaio era associato a un veicolo immatricolato in Belgio e con targa di un rimorchio. In un'altra occasione, il proprietario di un veicolo sequestrato, l'indomani si era presentato in officina ad Amaseno, come attestato dai controlli della polstrada.
Così la procura ha chiesto la misura a carico del meccanico, anche per il rischio, evidenziato dal gip nell'ordinanza di custodia cautelare, che «egli si starebbe organizzando per fuggire all'estero, avendo appreso dei numerosi sequestri di vetture da lui vendute, temendo per l'emissione di provvedimenti restrittivi nei suoi confronti». Rigettato, invece, il sequestro preventivo dell'officina.