Rinnovo del contratto dei lavoratori con buste paga da rivedere, ma anche un impianto produttivo da implementare. La Fiom-Cgil torna a farsi sentire e lo fa direttamente davanti ai cancelli della fabbrica. Ieri mattina come pure oggi i delegati locali, capitanati da Donato Gatti - segretario generale Frosinone-Latina - hanno diffuso i contenuti della piattaforma sindacale alla luce della trattativa con Stellantis per adeguare il contratto e hanno pure invitato alla votazione direttamente sul posto. «La trasformazione che sta avvenendo nel settore - spiega il sindacato in una nota - necessita di scelte strategiche per garantire un futuro industriale e occupazionale al settore della mobilità.
Per Stellantis chiediamo che il piano industriale e occupazionale si tenga con i ministeri competenti perché la situazione degli stabilimenti, l'incertezza delle prospettive industriali, gli efficientamenti e le uscite di lavoratori e lavoratrici senza un piano sull'occupazione stanno peggiorando le condizioni di lavoro, facendo aumentare il clima di disagio e preoccupazione tra le lavoratrici ed i lavoratori. L'utilizzo costante degli ammortizzatori sociali e il loro aumento negli ultimi mesi stanno gravando sui salari dei lavoratori che non riescono più a sostenere gli aumenti dei costi. Questa situazione non è più sostenibile!
Occorre aumentare il salario ai lavoratori e alle lavoratrici, basta dividendi agli azionisti».
I punti centrali della piattaforma della Fiom Cgil, infatti, riguardano l'aumento dei salari per recuperare il potere d'acquisto, una tantum entro il 2022 e a regime 167 euro medi mensili di aumento per il 2023; le condizioni di lavoro; la salute e la sicurezza; il mantenimento dei livelli occupazionali e nuova occupazione.
E domani anche i delegati locali saranno con i sindacati nazionali a Torino al primo appuntamento fissato da Stellantis per il contratto.
Buste paga e sicurezza ma anche occupazione. È un po' il nocciolo del Plant laziale che vede precipitare verso il basso, anno dopo anno, il numero dei suoi dipendenti.
«Urge un confronto nazionale per nuovi modelli a Cassino - aggiunge Donato Gatti - siamo rimasti indietro rispetto agli altri stabilimenti italiani».