«L'inaugurazione di questa piazza deve essere l'inizio di una rivoluzione culturale per questa città». L'emozione toglie il fiato al sindaco Enzo Salera mentre taglia il nastro per inaugurare la nuova piazza Diamare, fresca di restyling.
Un intervento di riqualificazione durato sei mesi e presentato a settembre 2021, che ieri ha visto finalmente il suo compimento. Una cerimonia solenne, densa di entusiasmo, al punto che il grande largario e il corso della Repubblica non sono riusciti a contenere le migliaia di persone giunte per questa occasione storica per la città martire, che segna il cambio di passo impresso dall'amministrazione verso quell'idea del "grande centro" che ha scandito la campagna elettorale di Salera.
«È un momento importante per questa città» ha detto il vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori. «Qui c'è il recupero di uno spazio sottovalutato da anni - ha aggiunto - che tutti hanno immaginato di recuperare e che oggi viene inaugurato a un anno dalla presentazione. E ha aggiunto: «Recuperare gli spazi di aggregazione in questo periodo di post-covid è un obiettivo che dobbiamo portare avanti». Sull'importanza di progetti come questo, ha detto: «Quando le idee sono buone i soldi si trovano, tanto che abbiamo stanziato i fondi sia per questa piazza che per proseguire il progetto di riqualificazione».
Commosso il sindaco Enzo Salera, che ha parlato di un progetto di ampio respiro che va oltre piazza Diamare e che investirà tutta la città: «Ringrazio la Regione Lazio che ha creduto nel nostro progetto perché quando l'avevamo proposto la prima volta era difficile raggiungere tutto questo e loro ci hanno sostenuto. A settembre 2021 abbiamo presentato questo progetto che è stato al centro della nostra campagna elettorale».
Al centro del progetto, la «teoria delle finestre rotte, che abbiamo voluto sposare, perché sostiene che nelle zone degradate il degrado aumenta il degrado, mentre la bellezza aumenta la bellezza». Ed ha argomentato: «Siamo stati una delle prime città a ricorrere alla legge regionale sulla rigenerazione urbana. Quella di questa sera non è l'inaugurazione di una spazio fisico, ma è un luogo di aggregazione, uno spazio culturale e sociale. Non è solo un progetto circoscritto alle piazze, ma si estende alla villa comunale, a via Falese, dove abbiamo dimostrato come si recupera uno spazio degradato. Deve essere l'inizio di una rivoluzione culturale di questa città, perché crediamo che questa città debba crescere sia dal punto di vista economico che culturale. Una rivoluzione che deve tendere a costruire un vero centro per questa città, che 79 anni fa rasa al suolo e costruita con un'urbanistica di necessità.
Dobbiamo innovare il centro anche perseguendo la mobilità sostenibile. Questa è la nostra idea di città e di partecipazione. Come amministratori abbiamo fatto la nostra parte, ora dobbiamo farlo come cittadini. Dopo aver riscoperto il senso di comunità dobbiamo preservare questi luoghi perché questo farà crescere e rendere Cassino sempre più coesa. Abbiamo lanciato uno slogan "Io amo Cassino": noi dobbiamo amare questa città perché se vogliamo bene ai nostri figli e ai nostri nipoti dobbiamo farlo amando la nostra città».
Il vescovo della Diocesi di Sora, Gerardo Antonazzo, benedicendo la piazza, ha detto: «La presenza così vibrante esprime diffusamente il significato profondo, aggregante e socialmente importante per questo tessuto che avrà un crescita coesa. La piazza ha un significato di incontro e di socialità importante».
Presenti, fra gli altri, tutta l'amministrazione al completo e i consiglieri regionali Mauro Buschini e Sara Battisti.