La battaglia legale in vista dell'appello per l'omicidio di Willy è già cominciata. La nuova difesa di Gabriele Bianchi, condannato dalla Corte d'assise di Frosinone all'ergastolo insieme al fratello Marco (mentre gli altri Francesco Belleggia e Mario Pincarelli hanno avuto rispettivamente 23 e 21 anni) si è fatta autorizzare dal tribunale di Frosinone «all'esame dei vetrini istologici preparati a seguito dell'esame autoptico, a condizione che ciò avvenga in presenza del consulente del pm (e di altri eventuali interessati) che li detiene onde preservare la catena di custodia».

La richiesta presentata dagli avvocati Ippolita Naso e Valerio Spigarelli è propedeutica al lavoro che dovrà fare il nuovo consulente tecnico. L'obiettivo è cercare elementi che possano favorire la difesa nel processo d'appello. Il consulente potrà così esaminare i vetrini istologici preparati per l'autopsia di Willy, mentre non è stata accolta una seconda richiesta. Questa mirava ad acquisire sezioni dei preparati istologici in bianco per effettuare ulteriori colorazioni ed immagini dei vetrini. In questo caso, il presidente della sezione penale del tribunale di Frosinone, Francesco Mancini, acquisito il parere della procura di Velletri e le controdeduzioni difensive, ha ritenuto che l'esame sui vetrini istologici in bianco «si traduce nella esecuzione di nuove prove che potranno essere disposte solo dalla Corte d'assise d'appello». Il tutto considerando che il termine per la proposizione dell'appello «è ben lungi dallo scadere e che pertanto le parti ben possono osservarlo».

Lo scorso 29 settembre la Corte d'assise aveva depositato le motivazioni della condanna di primo grado, per omicidio volontario, a carico dei quattro imputati di Artena. Willy era stato colpito a morte nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020. Per i giudici, si legge nelle motivazioni della sentenza, è esclusa «una proporzione fra le ragioni dell'intervento e la violenza impiegata... I due fratelli Bianchi intervenivano in via Bruno Buozzi avendo notizia del coinvolgimento in una discussione di alcuni amici; ma intervenivano quando gli animi, come da tutti riferito, sui erano ormai quasi placati e senza che nessuno fosse mai prima realmente passato alle vie di fatto. E lo facevano con una violenza brutale, immotivata, con una furia cieca del tutto fuori contesto e inutile alla quale, purtroppo, immediatamente si sono accodati gli altri due imputati, peraltro, dirigendo la loro rabbia» verso Willy che «neppure aveva partecipato a quella discussione».