Mentre il dibattito politico, soprattutto in campagna elettorale per le recenti politiche, è stato aspro, i numeri dell'Inps dicono che il caro-bollette e la crisi post pandemia, dovuta anche all'espolosione dei costi della vita per il conflitto russo-ucraino, che ha investito il Paese ha fatto salire il numero di domande per il reddito di cittadinanza.

L'andamento delle richieste di Rdc, fotografato dai dati pubblicati nell'ultimo osservatorio Inps sullo strumento di contrasto alla povertà, mette in luce la crescente disuguaglianza nella situazione economica delle famiglie tra nord e sud del Paese. Nei primi mesi dell'anno a guidare le statistiche sulle prestazioni Inps è il meccanismo di rinnovo dell'Isee che, quest'anno, fa riferimento ai redditi e ai patrimoni del 2020, particolarmente penalizzati dall'impatto del Covid. A cui va aggiunto l'effetto legato alla scadenza naturale del reddito di cittadinanza: a fronte di un numero crescente di richieste, i beneficiari nel mese di maggio risultano in netto calo; la flessione è da attribuire al fatto che circa 255.000 nuclei hanno terminato di percepire il beneficio dopo 18 o 36 mensilità, di cui circa 225.000 appartenenti alla coorte di aprile 2019 (cioè al secondo rinnovo).

Di questi, quasi 200.000 (l'80%) hanno già ripresentato domanda, e pertanto da luglio è presumibile che siano nuovamente ricompresi dentro le statistiche, determinando un nuovo picco sulla platea raggiunta dal sussidio. Fatto sta che, a fronte di circa 1,05 milioni di nuclei beneficiari a maggio 2022, il 63% sono residenti al Sud e nelle Isole. La regione con il maggior numero di famiglie destinatarie della misura è la Campania (21,9% delle prestazioni erogate), seguita da Sicilia (19%), Lazio (10,6%) e Puglia (9,3%). Il dibattito sul futuro del reddito di cittadinanza parte, dunque, da una certezza: è una prestazione che sembra "colmare" soprattutto i gap del Mezzogiorno, economici e occupazionali. Uno sbilanciamento territoriale a cui si aggiungono anche altri due importanti dati: il 47% dei beneficiari sono single, il 41% ha dei minori a carico, il 16% dei disabili.

Volgendo lo sguardo alla provincia di Frosinone, i dati dell'Inps dicono che, al 31 agosto 2022, i nuclei richiedenti Rdc o Pdc sono 9.831, 238 in più rispetto a tutto il 2021 (+0,9%). Andando ad approfondire le più recenti statistiche dell'istituto di previdenza si scopre che, in Ciociaria, ad agosto scorso, sono stati 9.752 i nuclei familiari percettori di reddito di cittadinanza per un numero totale di persone coinvolte di 19.969 con un importo medio a richiesta di 572,38 euro, il piu alto del Lazio; i nuclei percettori di pensione di cittadinanza sono stati, invece, 927 per 1.033 persone coinvolte con un importo medio mensile a nucleo di 288,39 euro. In totale, mettendo insieme Rdc e Pdc, i nuclei familiari assistiti sono stati 10.679 a copertura di 21.002 persone con un importo medio di contribuzione di 547,73 euro, il dato più alto in tutto il Lazio. La crisi c'è e si vede.