La scena è stata immortalata dalla schiera di telecamere e teleobiettivi sfoderati dalle troupe televisive giunte da tutta Italia per l'attesissima sentenza del processo Mollicone. Erano le 19.30 dello scorso 15 luglio quando nell'aula del tribunale di Cassino, gremita all'inverosimile, venne data lettura del dispositivo, dopo oltre cinquanta udienze e nove ore di camera di consiglio: tutti gli imputati assolti, la famiglia Mottola (l'ex comandante della stazione dei carabinieri Franco, sua moglie Anna Maria e il figlio Marco) per non aver commesso il fatto, Vincenzo Quatrale, all'epoca vice maresciallo, accusato di concorso esterno in omicidio, e l'appuntato dei carabinieri Francesco Suprano, al quale era contestato il favoreggiamento, perché il fatto non sussiste.
Lacrime di gioia e abbracci tra gli imputati, ma anche una reazione rabbiosa di quanti si attendevano invece una condanna per la morte di Serena, la studentessa uccisa barbaramente nel 2001. All'uscita dall'aula, un gruppo di persone ha inveito contro i Mottola, seguendo l'ex maresciallo e i suoi congiunti e continuando a imprecare contro di loro fino a quando, insieme a consulenti e avvocati della difesa, sono entrati in un bar. C'è voluto l'intervento delle forze dell'ordine per evitare che la situazione degenerasse.
Per quel trambusto, ritenendola una vera e propria aggressione, il portavoce del collegio difensivo dei Mottola, il professor Carmelo Lavorino, ha formalizzato una denuncia-querela contro chi ha inveito contro i suoi assistiti. Così, allegando immagini e filmati della scena, ha denunciato nove persone e tutte le altre che non è riuscito a identificare. Lavorino ha chiesto di procedere contro di loro per vari reati: dall'ingiuria alla diffamazione, dalla minaccia all'aggressione, dall'induzione e incitazione all'odio alla violenza fisica e verbale.
Tra i reati ipotizzati c'è anche la diffamazione contro i giudici togati e popolari che hanno composto la Corte d'assise. Inoltre, il criminologo ha chiesto di procedere contro "tutti i soggetti ignoti che appaiono nelle fotografie e nei filmati che gridano minacce e ingiurie" e "tutte le perone che sul web e nei filmati hanno insultato i giudici".