Terremoto de L'Aquila, la sentenza sui risarcimenti ridotti del 30 per cento per le vittime «perché rimasero a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile», tornata alla ribalta ieri sulle cronache nazionali, ha destato clamore anche nelle città di Sora, Monte San Giovanni Campano e Arpino.
Città di Marco Alviani e di Armando Cristiani, gli studenti universitari sorani caduti nel sisma de L'Aquila quella terribile notte del 7 aprile 2009 insieme ad altri due studenti ciociari, Giulia Carnevale di Arpino e Nicola Bianchi di Monte San Giovanni Campano.
A giugno scorso la stessa sentenza è stata pronunciata nei confronti di alcune vittime ciociare. Addirittura al cento per cento per la famiglia Bianchi.
Le famiglie sono pronte a ricorrere in Appello.

Il commento
«Una sentenza, quella di cui è stata data notizia oggi (ieri, ndr), attraverso lo sfogo di uno dei genitori delle vittime del sisma dell'Aquila, che è sulla stessa linea di quella emessa a giugno per altre vittime, tra cui mio figlio Nicola - ci dice Sergio Bianchi - Per quanto riguarda mio figlio e le altre vittime della palazzina dove viveva lui, la riduzione del risarcimento è addirittura al 100%. Siamo pronti ora, con il nostro legale, a ricorrere in Appello.
Una sentenza che ci ha lasciato senza parole.
Quella nei confronti di mio figlio è stata pronunciata quattro mesi fa. In pratica i nostri figli avrebbero dovuto prevedere quanto poi purtroppo accaduto e uscire di casa.

Nella sentenza si parla di «concorso di colpa» e di «condotta incauta» da parte di chi è rimasto a dormire. Un altro colpo al cuore per noi famiglie. In pratica sarebbe stata colpa dei nostri figli che sono rimasti a dormire. Come avrebbero potuto prevedere che sarebbe arrivato quel terremoto distruttivo? Faremo Appello a questa sentenza attraverso il nostro legale».
Una notte che non si può dimenticare. Quella del 6 aprile 2009 quando L'Aquila venne colpita dal terremoto che spezzò le vite e i sogni di 309 persone.

Anche il Sorano e Monte San Giovanni Campano piansero le sue giovani vittime, nel lungo elenco dei ragazzi, per lo più studenti universitari, che non ce l'hanno fatta, giovani che avevano scelto l'ateneo abruzzese per la loro formazione universitaria, ma che quella notte il terremoto ha portato via per sempre.
I paesi dove gli studenti ciociari tornano appena potevano, anche per riabbracciare i loro cari, non dimenticano i loro ragazzi e il dolore di tredici anni fa appare ancora tangibile, concreto, tanto è vivo il ricordo di quella drammatica notte.
È la sentenza che farà discutere, quella del tribunale civile dell'Aquila, ha destato tanto clamore. Ora ci si prepara per il ricorso in Appello.