Marche da bollo staccate da altre pratiche e incollate su altre, la procura di Frosinone chiede il rinvio a giudizio.
Il pm Adolfo Coletta ha chiesto al giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Frosinone di disporre il giudizio a carico di due persone, Michele Caldaroni, cancelliere di Monte San Giovanni Campano, e Anna Bonifazi di Ferentino, ex addetta all'organismo di mediazione forense, difesi dagli avvocati Christian Alviani e Dario Simonelli.

A Caldaroni, assistente giudiziario nella cancelleria civile del giudice di pace, sono contestati i reati di peculato, soppressione di atti veri, abuso d'ufficio e autoriciclaggio. Secondo l'accusa, avendo in ragione del suo ufficio la disponibilità di marche da bollo e contrassegni per il contributo unificato già utilizzati in procedimenti civili definiti e giacenti in archivio, «se ne appropriava tagliandoli con un taglierino dalle note di iscrizione a ruolo inserite nel fascicolo, distruggeva le note di iscrizione a ruolo dalle quali le aveva ritagliate, conservava le marche e i contrassegni nella sua disponibilità» e ne faceva commercio «con avvocati che frequentavano l'ufficio al quale era addetto». In qualche caso dava disponibilità ad acquistare egli stesso le marche ricevendo dai difensori il controvalore in denaro. Inoltre, secondo l'accusa tratteneva per sè parte del denaro e delle marche.

Per evitare di esser scoperto - sostiene l'accusa - nell'apporre le marche e i contrassegni utilizzati li sovrapponeva o apponeva timbri e firme in modo da «non consentire di leggere agevolmente le date di emissione». Parte della marche, secondo la prospettazione accusatoria, venivano cedute alla Bonifazi. In base a quanto ricostruito dai carabinieri, attivatisi anche su denuncia del presidente del tribunale Paolo Sordi, dal 2017 al 2020 sono stati riciclati 521 marche e contrassegni per un controvalore in sequestro di 43.561 euro, la maggior parte dei quali (248 e 202) tra il 2019 e il 2020. Tra l'altro, il 13 novembre del 2020 l'assistente era stato arrestato mentre applicava uan marca da bollo riciclata da 27 euro.

Insieme a lui, il pm Adolfo Coletta ha chiesto il rinvio a giudizio per Anna Bonifazi per il reato di ricettazione. Il tutto per aver ricevuto da Caldaroni le marche da bollo e i contrassegni per il contributo unificato già utilizzati. Per l'accusa, «essendo (allora ma ora non più, ndr) dipendente del consiglio dell'ordine degli avvocati di Frosinone, addetta alla segreteria dell'organismo di mediazione forense, essendo consapevole della provenienza delittuosa di quelle marche e di quei contrassegni, ne faceva autonomo commercio». Per l'accusa «veniva trovata in possesso di un contrassegno per contributo unificato valido nell'importo di euro 237... e di una marca da bollo valida dell'importo di euro 27» che appariva come «se fosse stata in un primo momento attaccata da qualche parte e poi sttaccata e quindi apparentemente già utilizzata».
Stralciate, invece, le posizioni dei due avvocati coinvolti nella vicenda. Tutto lascia presagire, a questo punto, che si vada verso un'archiviazione dei due professionisti, indagati per corruzione, assistiti dagli avvocati Angelo Testa e Nicola Ottaviani.