Passate le elezioni, l'inchiesta della procura di Frosinone sul video di Ruberti prende nuovo vigore lontano dai riflettori e dalle strumentalizzazione che rischiavano di innescarsi durante la campagna elettorale. «Si intende continuare a tenere una condotta di doveroso riservo, come imposto dalla legge, rispettosa della dignità di tutti e per evitare ogni possibile forma di strumentalizzazione dei propri compiti istituzionali che si intende perseguire sino in fondo», aveva scritto così il procuratore Antonio Guerriero nella nota del 29 agosto scorso. Dunque, la procura faceva sapere di volere andare fino in fondo, ma a fari spenti, senza correre il rischio di alimentare quelle strumentalizzazioni che avrebbero potuto crearsi nell'imminenza dell'appuntamento elettorale.

Ora che le operazioni di voto si sono svolte, la procura proverà a chiudere il cerchio dell'inchiesta partita dalla pubblicazione del video della lite tra via Minghetti e via Cavour tra Albino Ruberti, Adriano Lampazzi e Vladimiro De Angelis. Finora, sono stati ascoltati, come persone informate sui fatti, quanti hanno partecipato alla cena o hanno avuto a che fare con la registrazione e diffusione del video. Meno di dieci le persone che il sostituto procuratore Adolfo Coletta ha voluto far sentire dalla polizia giudiziaria per rendersi conto meglio del clima in cui si è svolta la famosa cena del 1° giugno alla Taverna con l'altrettanto celebre sfuriata di Albino Ruberti a Adriano Lampazzi e Vladimiro De Angelis.

Tra coloro che sono stati sentiti c'è il presunto autore del video, l'ex candidato a sindaco di Frosinone Mauro Vicano, uno ai quali il filmato era stato proposto durante la campagna elettorale (ci fu anche un tentativo con il centro-destra), e la consigliera regionale Sara Battisti, compagna di Ruberti che durante la lite era intervenuta per placare la discussione. Stessa cosa aveva tentato di fare Francesco De Angelis, fratello di Vladimiro. La procura andrà avanti con ulteriori accertamenti prima di sentire i personaggi di spicco di quella serata ovvero Ruberti, che a seguito della pubblicazione del video è stato costretto a dimettersi da capo di gabinetto del sindaco di Roma, e gli stessi De Angelis, con Francesco che aveva rinunciato a una candidatura alla Camera in un collegio romano.

Al momento, la procura sembra più interessata al dietro le quinte che alla lite in sè, dalla quale non emergerebbero profili di rilevanza penale. Anche sull'eventualità di un ricatto per la pubblicazione del video non sono emersi, fino a questo momento, elementi concreti per continuare a battere questa pista. Certo è che, per capire alcuni retroscena, diversi da una mera lite per motivi politici (a tavola c'era anche chi non era stato al comizio di Enrico Letta) e sulle candidature alle prossime regionali, servirebbero una serie di dichiarazioni di persone a conoscenza di fatti ritenuti di interesse investigativo. E anche per questo la procura si muove a 360 gradi per cercare di individuare la pista giusta da seguire anche alla luce degli accertamenti e delle acquisizioni già fatte. Sulla questione della sanità, poi, erano state l'Asl di Frosinone e la Regione Lazio a spiegare subito che le polizze assicurative, di cui all'inizio si era discusso, erano state affidate e rinnovate regolarmente. Ora bisognerà capire se questa seconda tranche d'indagine potrebbe portare a qualcosa di concreto o meno.