Quando lo Stato vince sull'antistato è sempre una conquista della comunità. Con questo spirito ieri la Prefettura di Frosinone ha comunicato il miglior risultato possibile: la consegna di un complesso immobiliare al Comune. Una struttura, spiega il sindaco Gianni Fantaccione, che potrebbe presto diventare una casa famiglia o la sede di una attività con finalità sociali (uso sociale per appartamento e negozi; e fini istituzionali, quelli previsti, per i tre appartamenti in condominio): si tratta di un grosso complesso immobiliare sulla Casilina, la cui intestazione risulta riconducibile ad affiliati al clan dei Casalesi.
A seguito di una riunione di coordinamento provinciale delle forze di polizia, presieduta dal prefetto di Frosinone - il dottor Ernesto Liguori - con la partecipazione del sindaco di Castrocielo, è stata eseguita una ricognizione della struttura: locali sgomberati in esecuzione di apposite ordinanze dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Si tratta, spiegano dalla Prefettura, di «alcuni immobili a Castrocielo confiscati alla criminalità e trasferiti al patrimonio indisponibile del Comune. Il complesso immobiliare, costituito da quattro abitazioni e due locali commerciali, era stato oggetto di confisca definitiva disposta dal Tribunale di Frosinone, confermata dalla Corte di Appello di Roma, nell'ambito di un procedimento penale che ha riguardato appartenenti a un clan criminale operante in questa provincia».
«L'esecuzione dello sgombero era stata effettuata con l'assistenza delle forze dell'ordine ed il supporto della polizia municipale. Il Comune di Castrocielo, al quale i beni sono stati consegnati, potrà assumere ora le iniziative necessarie per destinare gli immobili a finalità istituzionali o sociali. L'operazione costituisce un significativo risultato per l'affermazione della legalità e per l'azione di contrasto alle organizzazioni criminali - spiegano ancora dalla Prefettura - che vede nelle misure patrimoniali e nella destinazione dei beni confiscati a beneficio della collettività strumenti di notevole importanza».
Il Comune di Castrocielo così come quelli limitrofi sono stati interessati negli anni da importanti operazioni della Dia e delle forze dell'ordine: sequestri relativi a operazioni come "Ca-Morra" o "Giada", passando per le decine di inchieste che hanno attraversato il Basso Lazio. Per gli inquirenti nel tempo è apparsa «crescente la proiezione dei sodalizi criminali campani». A riprova di ciò, oltre ai sequestri, anche gli arresti eseguiti negli anni a carico di esponenti di spicco di clan come gli Amato-Pagano, i Mallardo, i Polverino e i Casalesi: il reggente del gruppo Polverino, "Zio Totonno", fu arrestato in un casolare di Cassino nel gennaio del 2018.
Il sindaco Gianni Fantaccione si è complimentato con le forze dell'ordine e con la Prefettura: «Un risultato importante per la comunità. Non voglio assumermi meriti non miei: una situazione che viene da lontano. Attualmente il territorio possiamo confermare che non sia minacciato da queste presenze grazie al lavoro fatto fino a oggi. Ringrazio le istituzioni anche per il garbo con il quale hanno gestito l'operazione e per il grande risultato ottenuto senza "strattonare" il territorio». Poi aggiunge: «Abbiamo diverse idee per il riutilizzo del complesso immobiliare, sempre con finalità sociali: siamo certi che la comunità tutta ne trarrà beneficio».