Seguire i soldi. E colpire le mafie nel portafogli. L'assunto di Giovanni Falcone è più vivo che mai. Uno dei modi per colpirle è la confisca dei beni e il loro riuso a fini sociali. Una strada seguita anche in provincia di Frosinone, dove le mafie fanno affari (come dimostra l'ultima relazione della Direzione investigativa antimafia al parlamento).
Secondo i dati dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, in Ciociaria, alla fine di settembre, sono 283 gli immobili in gestione da parte, di cui 112 destinati agli enti (ovvero trasferiti, per i quali l'iter amministrativo si è concluso) per il loro riutilizzo per la collettività. 15 le aziende destinate. Nell'elenco c'è di tutto. Tra gli immobili destinati, i terreni sono 40, le abitazioni indipendenti 8, gli appartamenti in condominio 16, i negozi e i magazzini 27. Nella lista un santuario e un albergo. Tra le 15 aziende destinate, 8 riguardano il settore del commercio, 2 i servizi mentre un bene è identificato quale albergo o ristorante. A mettervi i sigilli sono stati tribunali e procure sparsi per l'Italia. In 73 occasioni il decreto è stato emesso dagli uffici giudiziari di Frosinone, in 19 da Napoli, in 13 da Roma, in 5 da Palermo e in 2 da Taranto. I primi immobili oggetto delle procedure poi definite con la confisca sono del 2011 e interessano Pontecorvo, le ultime sono di quest'anno e coinvolgono Castro dei Volsci.
La lista degli immobili destinati è lungo: un appartamento a Pontecorvo, terreno e villa ad Arce, un terreno a Ferentino, l'Auricola, con tanto di santuario e albergo, a Amaseno, appartamenti, garage e terreni a Fiuggi e Guarcino, due appartamenti e un terreno ad Acuto, un negozio a Fiuggi, terreno e fabbricato in corso di esecuzione a Sant'Elia Fiumerapido, un appartamento a Sora, terreno, garage, negozio e magazzino a Villa Santa Lucia, un'abitazione a Cervaro, una ventina di negozi, 14 terreni, 7 abitazioni e 4 unità immobiliari con destinazione commerciale e magazzini a Cassino, un'abitazione a Sgurgola, una villa con terreno edificabile a Frosinone, quattro appartamenti e due negozi a Castrocielo, 4 appartamenti e un garage a Castro dei Volsci.
Gran parti di questi beni sono stati destinati a scopi sociali, qualcuno per il soddisfacimento dei creditori, altri a fini istituzionali. Infine, c'è il caso di Frosinone dove villa e terreno sono stati destinati, già dal 2019, per usi governativi ovvero per la realizzazione della futura stazione dei carabinieri dello Scalo. Per quanto riguarda le aziende destinate, a procedere sono stati i tribunali o le procure di Frosinone e Santa Maria Capua Vetere (in un caso). Le aziende sono ubicate ad Anagni (sei), Roccasecca (una, classificata nella categoria albergo e ristorante), Ceccano, Sora, Arce, Castrocielo, Cassino, Isola del Liri, Frosinone, per lo più nel settore del commercio.
Quanto alla presenza nel territorio ciociaro di clan della criminalità organizzata nell'ultima relazione della Dia si legge che «personaggi legati ai Casalesi e ai clan napoletani Licciardi, Di Lauro, Mazzarella e Misso troverebbero in queste aree ampie possibilità di reinvestimento e di riciclaggio, quest'ultimo realizzato anche attraverso la gestione capillare dei locali di gioco e scommessa rivolgendo particolare interesse ai videopoker, alle slot machine, alle sale bingo e alle scommesse sportive, ambito nel quale si sarebbero registrati interessi anche della cosca calabrese Grande-Aracri di Cutro (KR)».
Ma non solo clan provenienti da fuori, sempre la Dia rileva che «le proiezioni camorristiche anche in provincia di Frosinone devono comunque coesistere con formazioni autoctone ben radicate sul territorio e dedite principalmente ad estorsioni, usura e traffico di stupefacenti».
La provincia di Frosinone è considerata una delle più a rischio e tra i settori potenzialmente nel mirino dei clan, soprattutto dopo il lockdown, c'è quello alberghiero. All'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte d'appello era stato detto che era stato potenziato «il monitoraggio delle imprese a maggior rischio, con specifica indicazione delle imprese dei settori turistici-termali, presenti in misura rilevante nel comune di Fiuggi, che sono particolarmente esposte per il quasi totale blocco delle attività».