Era ricoverato in una Rsa dove scontava una pena per reati sessuali in detenzione domiciliare, ma molestava altre pazienti e importunava infermiere e operatrici sanitarie.
È quanto emerso davanti al tribunale di Frosinone, presieduto dal giudice Francesco Mancini, alla prima udienza del processo a carico del sessantatreenne E.R.
Le vittime sono tre donne di Boville Ernica, Torrice e Colleferro, di cui una deceduta nel corso delle indagini. Dai testi ascoltati in aula è emerso che l'imputato prendeva di mira donne che, per le particolari condizioni fisiche e psichiche, non erano in grado di opporre resistenza alle aggressioni sessuali.

Tra i testimoni uno dei responsabili della struttura, un medico e un'operatrice. Dai loro racconti è emerso che sui comportamenti dell'uomo erano giunte parecchie lamentele, a cominciare dalle operatrici, vittime di battute a sfondo sessuale e apprezzamenti pesanti. Ma le voci giravano anche su atteggiamenti più pesanti ai danni di pazienti in stato di minorazione psico-fisica. Il medico ha riferito che tali comportamenti non erano legati alle particolari condizioni cliniche per cui l'uomo era ricoverato nella stessa struttura. Una delle operatrici ha raccontato delle confidenze di una collega, con la quale l'uomo aveva discusso, e il fatto che l'accusato quando doveva essere cambiato preferiva che lo facesse il personale femminile. Sentiti i carabinieri che hanno spiegato la genesi delle indagini, con tanto di sequestro delle cartelle cliniche di vittime e imputato.

Le vittime rappresentate dal curatore speciale nominato dalla procura, l'avvocato Silvia Latini, si sono costituite parte civile con l'avvocato Giovanna Liburdi. Parte civile pure l'associazione "Insieme per Marianna", rappresentata dall'avvocato Antonella Liberatori. L'uomo, invece, è difeso dall'avvocato Giulia Giacinti.
L'inchiesta è nata su segnalazione del responsabile della struttura sanitaria che ha raccolto una serie di testimonianze. Il primo fatto contestato a E.R. originario di un piccolo centro ciociaro, risale al 22 agosto 2020. L'uomo dovrà difendersi dall'accusa di essersi introdotto nella stanza di una donna, colpita da ictus, e di aver infilato la mano sotto le vesti toccandole le parti intime. Sempre nello stesso agosto contestata la seconda condotta. Vittima, con le stese modalità, una degente tetraplegica. Tra dicembre 2019 e agosto 2020 si sarebbero verificati i fatti oggetto della terza imputazione ai danni di una donna affetta da sindrome di down con deficit cognitivo.