Un pranzo di lavoro finito con un arresto e due carabinieri costretti a fare ricorso alle cure dei dottori. Lui, un venticinquenne di Sgurgola, è finito nei guai per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.
L'altro ieri l'udienza durante la quale c'è stata l'ammissione della messa alla prova. I carabinieri devolveranno i soldi in beneficenza. L'udienza è stata aggiornata a gennaio.

La ricostruzione
I fatti contestati risalgono allo scorso mese di marzo ad Anagni. Stando alle accuse, il giovane era a pranzo a casa di un collega. Avevano alzato un po' troppo il gomito e sono iniziate discussioni per futili motivi.
A marzo scorso la segnalazione ai militari di una persona in strada, in evidente stato di agitazione.
Solo grazie all'intervento delle forze dell'ordine è stato evitato il peggio.

All'arrivo dei militari, il venticinquenne, che aveva anche una vistosa ferita al braccio destro, stava inveendo contro una signora e un suo collega.
Alla presenza dei carabinieri, sempre da quanto contestato, ha aggredito il collega. Subito sono intervenuti in suo aiuto i carabinieri, a loro volta colpiti con calci e pugni dal giovane.

Nei loro confronti anche minacce di morte. Solo con l'intervento di ulteriori militari e degli operatori del 118 si è riusciti a riportare alla calma il giovane. Per lui è scattato, quindi, l'arresto per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.
Dopo la convalida è stato rimesso in libertà con l'obbligo di firma quattro giorni a settimana in attesa dell'udienza.
Per il ragazzo, dunque, l'ammissione della messa alla prova.
I militari, che si sono rivolti all'avvocato Antonio Ceccani, rinunceranno al risarcimento danni e devolveranno il denaro in beneficenza.