Dichiara di avere vissuto in Italia per almeno 10 anni, ma non è vero nulla. Ha fatto carte false per poter ottenere il reddito di cittadinanza. In realtà aveva fatto ingresso nel territorio nazionale solo nel luglio 2017. Queste le accuse a cui deve rispondere un trentaduenne della Guinea, residente a Ceccano. Nei giorni scorsi sono state concluse le indagini nei suoi confronti, accusato di avere percepito indebitamente il sussidio per una somma di circa 8.000 euro. L'indagato si è rivolto all'avvocato Mario Cellitti.

La ricostruzione
Un avviso di conclusione indagine è stato notificato a un trentaduenne della Guinea. Stando alle accuse, a ottobre del 2020, l'uomo ha presentato la richiesta all'Inps per ottenere il sussidio, fornendo però false dichiarazioni. In particolare, l'indagato, sempre stando a quanto gli viene contestato, ha dichiarato di avere risieduto in Italia per dieci anni, di cui almeno due in modo continuativo, sempre nel territorio nazionale. Inoltre aveva omesso di comunicare la variazione della condizione occupazione, in quanto dalla certificazione unica dell'anno 2021, relativa all'anno 2020, risulta aver iniziato il rapporto di lavoro da ottobre 2020 a giugno 2021 con una società. La corretta indicazione dei dati non avrebbe consentito all'uomo di percepire il sussidio invece erogatogli per la mensilità di novembre 2020 e da marzo 2021 a luglio di quest'anno per un importo complessivo di 8.500 euro. Dai controlli, dunque, è emersa tutt'altra verità. È emerso che il trentaduenne solo cinque anni fa aveva fatto ingresso in Italia e aveva anche trovato occupazione. Pertanto è finito nei guai con l'accusa di aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza.