L'inchiesta sullo sfogo di Ruberti immortalata nell'ormai celeberrimo video prosegue. La procura di Frosinone va avanti negli accertamenti, a fari spenti. Una scelta dovuta anche al momento elettorale per evitare qualsiasi strumentalizzazione, come ha voluto chiarire a fine agosto anche il procuratore Antonio Guerriero in un comunicato nel quale al tempo stesso annunciava accurati accertamenti.

L'inchiesta, coordinata dal sostituto Adolfo Coletta, è secretata. Top è secret tutta l'attività finora espletata dalla polizia giudiziaria. Anche in questi giorni si prosegue. Diverse, ma meno di una decina, le persone ascoltate. Sono state sentite in qualità di persone informate sui fatti. L'indagine è a 360 gradi per capire cosa si nasconde dietro il video che è costato le dimissioni da capo di gabinetto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e la rinuncia di Francesco De Angelis a candidarsi in un collegio romano alla camera dei deputati.

I temi da approfondire potrebbe essere i più diversi, considerato anche quanto emerso sulla stampa nazionale e in alcune trasmissioni televisive. Non è escluso, allora, che chi è stato intervistato e ha rilasciato un certo tipo di dichiarazioni possa essere chiamato dagli investigatori. Finora, infatti, nessuna di queste persone né in passato né ora si è recata negli uffici della procura a denunciare quanto ora è venuto a dichiarare.

C'è da capire, pertanto, il motivo scatenante della scomposta reazione di Ruberti. Quella frase "Me te compro" proferita da Vladimiro De Angelis, fratello di Francesco, è ormai agli annali come pure la pretesa di Ruberti che si mettessero in ginocchio per chiedergli scusa: "Si deve inginocchiare! Sennò io adesso lo dico a tutti quello che ha detto". E su questo qualcosa è presumibile che gli investigatori vogliano vederci chiaro fino in fondo.

In queste settimane si è parlato delle polizze assicurative all'Asl, subito acquisite dalla procura, come pure degli incarichi nella sanità per finire al Consorzio industriale del Lazio, del cui presidente De Angelis sono state chieste le dimissioni. E in molti, infatti, sostengono che il vero obiettivo della diffusione del video sia proprio il posto di presidente del consorzio. Quanto all'origine del video resta sempre in piedi l'idea che si sia trattato di fuoco amico nell'ambito di una campagna di veleni tra le varie correnti.

Intanto sul versante delle nomine dei primari che tanta polemica ha destato negli ultimi giorni, l'assessore regionale Alessio D'Amato, ieri in visita all'ospedale di Frosinone, ha dichiarato: «Sono polemiche che noi rispediamo al mittente. Ci sono persone che si alzano la mattina e anziché dedicare il proprio tempo al lavoro lo trascorrono denigrando il lavoro degli altri e questo non è giusto. Son tre anni che abbiamo scelto una strada molto chiara e trasparente in un protocollo con la guardia di finanza. Siamo una delle poche regioni a fare in modo che le commissioni che devono esaminare e giudicare i direttori di unità operative complesse vengono selezionati alla presenza della guardia di finanza. Per cui sono questioni che non ci appartengono quindi io difendo il lavoro delle operatrici e gli operatori di questa azienda».

Sulle polemiche interviene anche i consiglieri regionale di FdI che chiedono un consiglio regionale sul caso Ruberti. E dicono: «Mentono sapendo di mentire, quando tentano di negare di aver ricevuto la richiesta di consiglio straordinario da noi inoltrata il 29 agosto, documentabile con tanto di ricevuta. Pessimo espediente per rinviare la seduta straordinaria, che abbiamo richiesto si svolga alla presenza del presidente Zingaretti, sulle opacità relative alle committenze pubbliche della Asl di Frosinone, della Regione Lazio e del Consorzio Industriale Unico del Lazio, emerse in seguito ai recenti fatti di cronaca riportati dalla stampa».