Nella chiesa di San Nicola si ripete oggi, secondo una tradizione secolare, l'omaggio dei fedeli al quadro della Madonna Addolorata. Grazie alle ricerche dello storico Carlo Cristofanilli è stato possibile ritrovare i documenti ufficiali dell'arrivo a Ceccano della venerata immagine. Infatti, secondo l'atto del notaio Magno Colantoni, rinvenuto da Carlo Cristofanilli si è chiarito che nel 1806, per volontà dell'abate don Michelangelo De Nardis venne istituito canonicamente l'altare dell'Addolorata e il dipinto, al termine di un triduo solenne nella chiesa di San Giovanni, venne portato in processione a San Nicola ed esposto sul suo altare. Don Michelangelo e don Vincenzo Malizia, abate di San Pietro, per non avere voluto giurare fedeltà a Napoleone I, furono deportati in Corsica. Tornarono a Ceccano solo alla fine dell'impero napoleonico.

Da allora la festa di settembre fu una cerimonia religiosa molto sentita, al punto da richiamare fedeli anche dai paesi vicini. Nel corso della Prima Guerra mondiale, le mamme dei giovani partiti per il fronte, affidarono i loro figli all'Addolorata. Al termine del conflitt, i parenti dei soldati realizzarono le lapidi in marmo con i nomi dei caduti in guerra e le posero accanto al quadro dell'Addolorata.

A San Nicola ancora si ricorda il Settenario, cioè i sette giorni di preghiere in preparazione della festa di settembre, con la bellissima preghiera recitata prima dall'abate don Ottavio Sindici e poi da don Luigi Mattone e il canto dello Stabat Mater affidato al coro. Il programma quest'anno prevede alle 18 il Rosario; ore 19, messa celebrata da don Andrea Viselli, Parroco di Veroli. A seguire la processione con il quadro dell'Addolorata, che per la prima volta dopo il Covid farà il giro della parrocchia Organizzatore di questa serata di preghiera il parroco don Tonino Antonetti.