Insegnante deceduta, non è stato per colpa medica. Assolto dal tribunale di Frosinone il dottor Luigi Cialone.
L'imputato era accusato della morte di Fabrizia D'Ulizia avvenuta l'8 maggio nella sua abitazione di Alatri. La paziente, infatti, a causa di un malore occorsole in orario scolastico, era stata accompagnata al pronto soccorso di Alatri e, dopo circa tre ore, era stata dimessa nel primo pomeriggio con diagnosi di "lipotimia". Ma nel corso della notte era spirata.

A seguito della querela sporta dal marito, su ordine del pm Adolfo Coletta era stata riesumata la salma e disposta l'autopsia. Il consulente della procura riteneva che la causa del decesso fosse dovuta ad una «insufficienza cardiocircolatoria terminale sopravvenuta in paziente con coronaropatia», così ritenendo il medico responsabile delle omissioni contestate nel capo di imputazione (anamnesi insufficiente, mancata refertazione dell'Ecg e mancata ripetizione degli enzimi, errata diagnosi).

Nel corso del processo, a seguito delle controperizie della difesa (consulenti Fedele e Panici), il giudice monocratico Marta Tamburro reputava necessario disporre una consulenza tecnica d'ufficio incaricando il dottor Jacopo Pizzicannella, cardiologo al SS. Annunziata di Chieti. Questi, nel proprio elaborato, differentemente, da quanto prospettato dal consulente del pm, sosteneva che la morte della donna era stata causata con estrema probabilità da un'aritmia e, pertanto, riteneva non sussistente una relazione tra quanto avvenuto durante il ricovero e la morte della D'Ulizia.

All'ultima udienza hanno discusso l'avvocato Marco Torriero per l'imputato, gli avvocati Gatta, Nappa e Pirozzi per le parti civili e Colonnello per la Asl. Dopo la camera di consiglio la sentenza di assoluzione per il dottor Cialone.