Tassi da usuraio applicati agli assuntori, così oltre al guadagno assicurato con le dosi era possibile contare anche su un altro gruzzolo. Sicuramente più consistente del primo: quello proveniente dai tassi usurari applicati ai clienti. Una sorta di "commissione", che andava pagata al momento della consegna della droga. E quando non si era in possesso delle somme dovute, non bisognava disperare. L'apertura di un finanziamento avrebbe risolto ogni cosa.

A uno degli assuntori finiti nella rete erano stati chiesti circa 4.000 euro per una partita di droga. Ma non per lo stupefacente. Quella somma sarebbe servita per la... "commissione". A mettere insieme i pezzi e a risalire la china ci hanno pensato i carabinieri del Norm della Compagnia di Cassino - guidata dal capitano Scolaro e dal tenente Giorgione - che hanno stretto le maglie dell'indagine su due quarantenni della città martire. Due operai di 40 anni di Cassino, nei confronti dei quali i militari hanno dato esecuzione a due misure cautelari personali: una ai domiciliari (al quarantenne a cui viene contestata anche l'ipotesi dell'usura) e un obbligo di presentazione alla pg.

L'indagine coordinata dalla Procura di Cassino ha visto impegnati i militari della Sezione Operativa del Norm della Compagnia di Cassino che hanno indagato i due quarantenni (a vario titolo) per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, usura e porto ingiustificato di strumenti atti a offendere. Gli accertamenti sono stati posti in essere tra agosto e novembre del 2021, seguendo il filone dello spaccio in città. I successivi riscontri info-investigativi, compiuti sia con appostamenti ed escussione dei testimoni, sia attraverso attività tecniche, hanno consentito di evidenziare anche l'attività di usura da parte di uno degli indagati. Secondo gli inquirenti in un caso per riscuotere le somme derivate dall'usura si sarebbe dapprima fatto consegnare il bancomat dalla vittima, operando diversi prelievi. Successivamente, esaurito il denaro sul conto corrente, avrebbe indotto il malcapitato a chiedere un finanziamento del quale però era totalmente il reale fruitore. Una situazione difficile da accertare: grazie al coraggio dell'assuntore (e con il sostegno della sua famiglia) i militari hanno chiuso il cerchio.