Via Cristoforo Colombo, nel cuore della città. Lì in una fontana in un bellissimo giardino privato di una villa chiazze oleose e, sotto alla vegetazione, una colorazione anomala: quel ruggine che già in altre zone - oggetto ora di verifiche incrociate - aveva fatto salire il livello d'allerta.

La scoperta pochi giorni fa fatta dall'Ansmi ha riacceso i riflettori: possibile che si tratti di una situazione simile a quella registrata tra Cassino e Sant'Elia? I dubbi sollevati dagli attivisti sono legati alla fonte di approvvigionamento: secondo le prime informazioni la fonte di alimentazione sarebbe un pozzo. Dunque quell'acqua potrebbe raccontare ciò che è presente nella falda. Ma non nella falda già tristemente finita sotto la lente di una task force composta da tecnici e amministratori - e voluta dal sottosegretario al Mite Ilaria Fontana - al lavoro già da otto mesi. Bensì in centro, a Cassino.

Ecco perché gli ambientalisti, dopo la segnalazione dei proprietari, hanno investito subito il Ministero affinché venga attivato l'iter in grado di scongiurare la presenza di inquinamento.

«L'odore che si avverte è molto forte, sembra quello del gasolio - hanno spiegato gli ambientalisti Ansmi dopo un sopralluogo - Speriamo che con l'interessamento del Ministero si possa fare chiarezza sulla presenza o meno dell'inquinamento: vogliamo scongiurare un nuovo fronte di acque rosse».

Il primo passo potrebbe riguardare le analisi delle stesse acque; il successivo l'individuazione esatta delle fonte di approvvigionamento e quella eventuale di inquinamento. La strada è soltanto all'inizio.

Analisi incrociate
Ma quella segnalata dall'Ansmi nelle scorse ore non è l'unica novità. Proprio ieri il sottosegretario al Mite ha fatto sapere che l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) - continua a lavorare con l'Arpa Lazio sul confronto delle analisi alle acque superficiali eseguite in località Pantanelle. Quelli delle acque di falda saranno valutati a breve. Segno che si continua a lavorare senza sosta. Ricordiamo che proprio l'onorevole Fontana lo scorso 13 gennaio aveva elevato il livello di attenzione istituzionale sul fenomeno delle acque rosse con la creazione del tavolo tecnico in prefettura: una riunione operativa per fare il punto sul monitoraggio e sullo stato di salute del Cassinate, su cui pende l'ombra della contaminazione. Con questa proposta il sottosegretario ha messo a sistema le segnalazioni degli ambientalisti - in primis dell'Ansmi (Associazione nazionale della Sanità militare italiana) ma anche delle altre realtà che da anni si battono per la tutela del territorio - con la regia istituzionale. Con il supporto pure del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).