«Nel 2001 scompare una ragazza, si chiama Serena, ha 18 anni. Ha gli occhi verdi, i capelli chiari, le lentiggini sparse sul viso, in particolare sul naso. Ha sempre il sorriso stampato sul volto e l'energia di una cavalletta. Serena studia tanto, ama gli animali, la musica, ama la sua famiglia, i suoi amici, la sua vita. Dopo due giorni Serena viene ritrovata, in un bosco, legata. Serena non ha più vita». Gaia Fraioli, cugina di Serena Mollicone, continua a chiedere giustizia e pubblica un lungo post su Facebook.
«Lascia una famiglia distrutta, un paese attonito, lascia amici sconvolti. Girano voci, avvistamenti, testimonianze.
Dopo 21 anni le voci si sono placate. Gli avvistamenti sono spariti. Le testimonianze sono state cambiate.
Dopo 21 anni di attese, rabbia, dolore Serena chiede ancora giustizia. Giustizia che forse non è arrivata per l'omertà delle persone, per le coscienze sporche che non accennano a pulirsi, per le tante persone che hanno visto o sentito ma adesso non ricordano più. Non ricordano di aver visto e di aver sentito».
«Forse i morti sono loro. Si, credo che siano morte le loro coscienze. Invece Serena vive, vive attraverso i nostri ricordi, vive attraverso le sue canzoni preferite, attraverso gli occhi di chi l'ha amata, amata veramente. Serena vive. E la ricordiamo il 18 Settembre ad Arce. La ricordiamo attraverso le canzoni, le testimonianze di chi l'ha conosciuta, attraverso i movimenti di una ballerina e i versi di poetesse. La ricordiamo Serena. Perché bisogna ricordarla, perché vogliamo ricordarla come lei merita di essere ricordata. È la nostra morale che lo dice. È il nostro cuore. Serena vive, vive ed è libera».