Due anni senza Willy. Due anni fa, nella notte tra il 5 e il 6 settembre, a Colleferro il ventenne Willy Monteiro Duarte, aiuto cuoco di Paliano, veniva barbaramente massacrato a calci e pugni. Oggi nella collegiata di Sant'Andrea, a Paliano, alle 18 il ragazzo sarà ricordato con una messa.
Una morte senza un perché di un giovane che ha avuto l'unico torto di aver voluto aiutare un amico in difficoltà e per questo motivo venne colpito e ucciso a calci e pugni. Una morte che ha destato profonda commozione non solo nei tre paesi coinvolti dall'accaduto (Colleferro, posto dell'aggressione, Paliano, luogo in cui viveva Willy e Artena, residenza dei quattro arrestati e processati per omicidio volontario). Infatti, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito all'aiuto cuoco di Paliano una medaglia d'oro al valor civile alla memoria.

Questa la motivazione del riconoscimento: «Con eccezionale slancio altruistico e straordinaria determinazione, dando prova di spiccata sensibilità e di attenzione ai bisogni del prossimo, interveniva in difesa di un amico in difficoltà, cercando di favorire la soluzione pacifica di un'accesa discussione. Mentre si prodigava in questa sua meritoria azione di alto valore civico, veniva colpito da alcuni soggetti sopraggiunti che cominciavano ad infierire ripetutamente nei suoi confronti con inaudita violenza e continuavano a percuoterlo anche quando cadeva a terra privo di sensi, fino a fargli perdere tragicamente la vita. Luminoso esempio, anche per le giovani generazioni, di generosità, altruismo, coraggio e non comune senso civico, spinti fino all'estremo sacrificio». Paliano gli ha dedicato dei giardini dove, entro fine anno sarà collocata un'opera d'arte. I 13 progetti presentati sono al vaglio della commissione, fa sapere il sindaco Domenico Alffieri che ha fatto un post su Facebook in memoria di Willy.

L'aggressione del giovane di origine capoverdiane, che lavorava in un ristorante ad Artena, si è verificata proprio vicino alla caserma dei carabinieri di Colleferro. I militari dell'Arma sono stati messi subito sulla pista giusta da una foto consegnata da un ragazzo che ritraeva la vettura, l'Audi, la Q7 nera, in uso ai fratelli Bianchi. La notte stessa i giovani di Artena verranno portati in caserma. L'inchiesta prenderà il là con gli arresti e la contestazione di omicidio preterintenzionale poi cambiata in volontario.

Il processo di primo grado, iniziato il 10 giugno del 2021, ha avuto grandissimo rilievo mediatico, e si è concluso lo scorso 4 luglio con la condanna all'ergastolo dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi, a 23 anni di Francesco Belleggia (l'unico del quartetto a essere agli arresti domiciliari) e a 21 anni di Mario Pincarelli. Le motivazioni della sentenza della Corte d'assise di Frosinone saranno note ai primi di ottobre. Intanto, i fratelli di Artena - che restano detenuti in due carceri diverse - hanno cambiato strategia processuale e si sono affidati a quattro nuovi avvocati: Gabriele ora è difeso da Valerio Spigarelli e Ippolita Naso, mentre Marco da Gianluca e Pasquale Ciampa.