Come se non bastassero i danni provocati dalla pandemia, dall'azzeramento dei flussi turistici provenienti dalla Russia per via delle sanzioni imposte a causa della guerra, dalla crisi strutturale del termalismo, a tutto questo si è aggiunta la nuova emergenza con la quale l'economia fiuggina si trova costretta a fare i conti.

Un allarme rosso del quale è difficile persino prevederne le conseguenze. Si registrano rincari medi del 100% con casi limite dove gli aumenti hanno raggiunto anche il 500% sulle bollette legate all'approvvigionamento energetico nelle strutture alberghiere, già pesantemente devastate dalla crisi.

Un problema molto serio che non affranca le famiglie e che sta colpendo in forma trasversale l'intero sistema economico fiuggino ed in modo particolare quegli hotel dotati di centri benessere, obbligati a riscaldare l'acqua delle piscine. Si salvano quanti in tempi non sospetti avevano sottoscritto contratti con prezzi bloccati. Una recente indagine commissionata da Confesercenti ha mostrato come nel settore commercio, servizi e turismo la situazione potrebbe addirittura peggiorare per un'impresa su 3 e per il 28% degli intervistati la causa è dell'aumento dei costi energetici. Ragione per la quale altre aziende fiuggine non escludono di fermarsi, magari in attesa di tempi migliori.

Le misure adottate dal governo per contenere i rincari energetici estese fino a dicembre prossimo non saranno sufficienti visto l'attuale livello del prezzo del gas. Oggi a Fiuggi nei periodi di bassa stagione poter mettere insieme 4.000 posti letto è diventato un problema, nei tempi d'oro se ne contavano 12.000.