Riaperta a Castelnuovo Parano la Chiesa di Sant'Antonio Abate dopo i lavori di restauro degli affreschi. «Un'emozione unica vedere la parete restaurata con il magnifico ciclo di affreschi di arte benedettina, risplendere sotto le luci dei riflettori - ha detto il sindaco Oreste De Bellis che ha presenziato la cerimonia di inaugurazione insieme al parroco don Mario Delle Fave e a un numeroso pubblico di cittadini - Bello anche sentire il clima della festa triennale in onore della nostra Madonna del Piano, ci accingiamo ancora con più fede a festeggiarla».

La chiesa di S. Antonio abate è situata fuori dal centro abitato di Castelnuovo, tanto che nelle fonti è altrimenti nota con l'appellativo "Ca(m)pestribus extra dictum castrum". Oggi la sua ubicazione è a ridosso della superstrada Cassino-Formia.

Le sue origini risalgono alla seconda metà del XI sec. quando l'abate Desiderio, per impedire agli abitanti del castrum Fractarum (attualmente Ausonia) di arrecare danno all'abbazia costruì un "castellum" sul monte Peranus. Il territorio di Castel Nuovo Parano e la chiesa rimasero sotto la giurisdizione del cenobio cassinese fino all'eversione dei beni feudali quando i possedimenti del monastero furono incamerati dal demanio regio. L'edificio è ancora adibito al culto ed è il risultato dell'ampliamento della chiesa primitiva.

Opere ad affresco sono presenti sulle pareti della nave maggiore e nelle tre absidi. Vanno distinte almeno due campagne pittoriche, la più antica assegnabile ai primi anni del Duecento, la seconda costruita prevalentemente da pannelli votivi con santi, riferibile al XIV secolo avanzato. Le pitture emergono con difficoltà dagli strati di intonaci dipinti.

La chiesa di Sant'Antonio Abate, il cui nome risulta iscritto nella porta bronzea della vecchia basilica Desideriana del monastero di Montecassino, è dunque una cappella di grandissima importanza storica e artistica, scampata "miracolosamente" a secoli di abbandono. Già nel 1568 la chiesa era in mano ad un laico e si era ridotta ormai ad una stalla, mentre in una visita pastorale del 1604 viene menzionata come chiesa "campestre".

Sottoposta a restauri importanti pochi anni fa che l'hanno comunque salvata da sicuro degrado, la chiesa reca tuttora, accanto a dipinti trecenteschi, tracce rilevanti di affreschi anteriori: si riconoscono un Cristo, tre angeli in volo, teorie di santi e una gigantesca Vergine.