Veleni sepolti a Nocione, dopo Ferragosto è previsto l'ingresso nella fase due del programma di interventi possibili grazie al finanziamento regionale.
Si procederà in questo modo con i sondaggi geognostici, attraverso prelievi di acqua e terreno che definiranno l'estensione e la profondità della presenza dei rifiuti. Un passaggio necessario per permettere, quindi, con il finanziamento dei siti orfani di eliminare una volta per tutte la pesante presenza dei veleni interrati. Un passaggio atteso già da qualche tempo, contro il quale ha giocato la pachidermica quanto necessaria burocrazia. Un passo, però, fondamentale verso la tanto agognata bonifica.
Una volta ufficializzato l'ingresso nella seconda fase saranno automaticamente avviate le indagini geognostiche quelle chimico-fisiche su suolo, acqua e aria. Ma anche la caratterizzazione dei terreni. Nelle precedenti tappe dell'organizzazione del lavoro per il "fronte Nocione" (fronte purtroppo ancora aperto e oggetto di una lunghissima battaglia degli ambientalisti) si era deciso di affrontare in maniera preminente la rimozione dei veleni sepolti ed era per questo stato chiesto di rinviare in Regione il progetto con alcune modifiche. Per poi passare in modo parallelo alle indagini (già stabilite), oggetto degli ultimi necessari passaggi burocratici, per sondare aree attigue: uno step - come detto - necessario a stabilire se anche nelle zone attigue possa esserci o meno del materiale e di che natura.
Sulla base delle schede elaborate dalla Direzione regionale competente e ritenute ammissibili, il Ministero aveva assegnato alla Regione oltre otto milioni di euro, due dei quali proprio per la bonifica del sito di Nocione.
Passato Ferragosto ora si stringono le maglie. E si entra nel vivo.