Sin Valle del Sacco, Antonella Mazzocchia, presidente di Confapi Frosinone, confederazione delle piccole e medie imprese chiede un tavolo tecnico.
La Confapi parte dalla gara di affidamento dei servizi di rimozione dei rifiuti dei primi otto siti del Sin. «Sono tutti ex stabilimenti industriali - dice Mazzocchia - Annunziata e Snia-Bpd di Ceccano, polveriera di Anagni, cartiera di Ferentino, Vita Mayer, Europress e Olivieri di Ceprano e Ponti la Selva di Paliano. Questo intervento deve mettere fine all'incredibile palleggio di responsabilità che, da anni, caratterizza il risanamento della Valle del Sacco».

Mazzocchia ritorna sulla «recente decisione del ministero di rinviare al mittente la richiesta di "riperimetrazione" avanzata dalla Regione Lazio (dopo il caso Catalent). Va ricordato, infatti, che nel luglio del 2014 il Tar del Lazio bocciò il ministero dell'Ambiente sul declassamento del sito a Sito di interesse regionale. Ora, invece, le posizioni si sono invertite: è la Regione che si è attivata per ridefinire i confini, chiedendo, appunto, al ministero della Transizione Ecologica, una nuova riperimetrazione, ma la richiesta è stata rinviata al mittente perché sbagliata la procedura. E in questo rimpallo di iniziative e di competenze le aziende continuano a fuggire. Ora la Regione si è dichiarata pronta ad avviare un nuovo iter, concordato con il ministero. Ma questo balletto di posizioni sta disorientando le aziende che hanno bisogno di due punti fondamentali: sicurezza della procedura e certezza sui tempi. Non cerchiamo polemiche, bensì certezze. Lo stesso Zingaretti ha riconosciuto che il Sin "è figlio di errori e di illusioni". E il decreto che ne è seguito "ha finito per bloccare tutto".

Ecco il punto: vincoli, interpretazioni e burocrazia non hanno fatto scappare solo la Catalent (il cui investimento da 100 milioni di dollari, destinato ad Anagni, è stato dirottato ad Oxford) ma ci sono decine di medie e piccole imprese che rappresentano altrettante "piccole Catalent". Perché l'elenco degli investimenti "in fuga" o congelati si allunga di mese in mese. E allora, per uscire da questo groviglio di competenze, in attesa della riperimetrazione, c'è una sola via di uscita: la convocazione urgente di un tavolo tecnico in cui siano presenti imprenditori, associazioni e tecnici».
Per Mazzocchia «bisogna fare presto. La nuova perimetrazione (che serve ad escludere, da subito, le zone in cui è certo che non c'è inquinamento) non è più rinviabile, pena la marginalizzazione di tutta l'area industriale che va da Colleferro a Ceprano».