Trovato l'accordo sui precari della sanità, sospeso lo stato di agitazione. «La Regione Lazio ha accolto le nostre rivendicazioni sulla stabilizzazione dei precari e la reinternalizzazione dei servizi "core" in sanità», annunciano Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio, Uil Fpl Roma e Lazio.

L'accordo firmato ieri è «un primo importante risultato, ma noi non molliamo: sospendiamo lo stato di agitazione in attesa dell'incontro sull'attuazione dell'intesa che si terrà il 15 settembre». I segretari evidenziano di aver «ottenuto un calendario per dare certezza all'impegno e alla professionalità di tutti i lavoratori precari e atipici. L'accordo prevede che le aziende sanitarie assicurino entro il 30 settembre le procedure di stabilizzazione di tutti coloro che matureranno i requisiti ex legge Madia, prevedendo la trasformazione del rapporto da tempo determinato a indeterminato».

Ma non solo. «A partire dal 1° settembre ed entro il 30 novembre dovranno essere messi in atto i percorsi di stabilizzazione dei precari con requisiti ex L. 234/21 maturati al 30 giugno 2022. E poi c'è l'impegno della Regione a riportare all'interno delle aziende i servizi "core" precedentemente esternalizzati». I segretari insistono: «Senza un investimento vero che superi i limiti ragionieristici che hanno indebolito il sistema sanitario, senza nuove assunzioni, senza un piano di reclutamento che copra il saldo negativo del turnover negli ultimi decenni, non si riusciranno a garantire cure e assistenza».

Soddisfatto l'assessore regionale Alessio D'Amato: «La strada maestra è rivedere il tetto di spesa del 2004 e bisogna avere una norma del Parlamento che dica una cosa semplice: nel servizio sanitario si entra a tempo indeterminato attraverso concorsi pubblici».