Caldo e siccità. Un binomio pericoloso per le eccellenze vinicole del territorio, come il Cesanese del Piglio. Ne abbiamo parlato con Alessandra Borgia, una dei titolari dell'azienda Pileum.
In che modo la siccità sta influenzando la produzione del Cesanese?
«In questo momento l'uva è in una fase di maturazione precoce. Non è ancora ottimale per essere raccolta e per produrre vini di una certa qualità. Con questo caldo e con questa mancanza d'acqua si raggiunge la maturazione degli zuccheri, ma lo stesso non avviene nella parte dell'acidità e del ph. I tempi di raccolta sono, storicamente, tra fine settembre e inizio ottobre, ma bisognerà anticiparli e ciò comporta la mancanza dell'aspetto di acidità e freschezza che nei vini è fondamentale. Quindi ciò che si perde è l'equilibrio».
C'è modo di correre ai ripari?
«Normalmente nell'area del Cesanese del Piglio Docg l'irrigazione non è consentita perché si rischia che le radici non vadano abbastanza in profondità per cercare gli elementi nutritivi. C'è stato, però, un permesso di irrigazione in deroga. Ma ciò vuol dire affrontare costi molto elevati. La nostra azienda lavora su quindici ettari, composti da tante piccole particelle e ciò rende molto dispendiose le operazioni di irrigazione».
Prevedete un calo della produzione?
«Il calo ci sarà sicuramente perché, nonostante l'uva sia presente in grande quantità, è molto leggera, quindi la quantità di vino che vi si potrà ricavare sarà più scarsa rispetto alla norma».