Una settimana che termina in maniera tragica così come era iniziata, proprio al suo... tramonto. Due vite spezzate lungo la stessa superstrada, quella che unisce Tirreno e Adriatico, la 630 (Cassino-Formia) che poi diventa 509 in direzione Sora verso Avezzano. Due morti in motocicletta. Un asfalto che ha avuto l'ingrato compito di "accogliere" gli ultimi respiri di Francesca e di Giovanni.

Dapprima lei, 25 anni, di Sant'Elia: martedì sul finire del pomeriggio si trovata in sella alla due ruote guidata dal ragazzo quando si sono scontrati con una Fiat Punto in territorio di Cassino. Un volo di tanti metri che non le ha lasciato scampo. La sua vita è finita poco dopo l'impatto, tra il dolore inconsolabile della famiglia, dei parenti e di una miriade di amici. Un intero paese si è ritrovato venerdì mattina davanti alla chiesa di San Sebastiano per darle l'ultimo saluto terreno.

Ieri, a metà pomeriggio, a spezzarsi per sempre è stata la vita di Giovanni. Un ragazzo conosciuto da tutti, un figlio, uno zio, un cugino, un lavoratore, un amico di tantissimi. Il suo cuore si è fermato sempre sull'asfalto. Come quello della piccola comunità di Coreno che non poteva credere all'accaduto e che ha iniziato a versare lacrime senza consolazione.