Conto alla rovescia per l'elezione del nuovo abate ordinario dell'abbazia di Montecassino. Dopo che dom Donato Ogliari è stato chiamato da papa Francesco a guidare l'importante abbazia romana di San Paolo Fuori le Mura, che gode del beneficio dell'extraterritorialità, dunque rientra a pieno titolo nel territorio vaticano, è partita a pieno ritmo la corsa per il 193° successore di San Benedetto. Un momento attesissimo da tutta la città di Cassino e dalla grande comunità di fedeli, in Italia e nel mondo, legati al sacro monte. Si ipotizza che il termine ultimo sia la fine dell'estate, dunque entro la fine di settembre.
Fino ad allora, l'abbazia sarà retta dallo stesso dom Ogliari, nominato contestualmente amministratore apostolico ad interim. Quest'ultimo è stato a capo del millenario monastero per sette anni, succedendo all'emerito dom Pietro Vittorelli, dopo la parentesi di dom Augusto Ricci che ha retto il monastero per circa un anno. Chiamato direttamente da papa Francesco, Ogliari ha compiuto un'opera di risanamento morale e spirituale, ridando al monastero la dignità e la credibilità di cui ha sempre goduto ma fortemente compresse dalle vicende del 2013, che culminarono con la soppressione della diocesi di Montecassino, il cui territorio, ad eccezione dell'abbazia e delle immediate pertinenze, fu ceduta alla vicina diocesi di Sora.
L'abbaziato di Ogliari non è passato inosservato alla Santa Sede, anzi, era nell'aria ormai da mesi che il prelato lasciasse Montecassino alla volta di incarichi di rilevanza maggiore. Lo scorso inverno, infatti, era stato inserito tra i papabili successori dell'arcivescovo Cesare Nonsiglia alla guida dell'Arcidiocesi di Torino e, alcune settimane fa, è stato nominati membro della Congregazione per i vescovi. Al suo successore, spetterà dunque raccogliere un'importante eredità e proseguire nel solco impresso dal sessanticinquenne lombardo. Non è chiaro, però, se anche questa volta il nome sarà calato dall'alto come accaduto per Ogliari, oppure votato dalla comunità monastica così come prescrive la regola di San Benedetto. In quest'ultimo caso, il nome dell'eletto dovrà essere valutato dalla Santa Sede, la quale dovrà validare l'esito dell'elezione entro una decina di giorni.