Continuano a soffiare venti di guerra tra Russia e Ucraina e dalle conseguenze non si affranca il settore turistico italiano, Fiuggi compresa, già duramente provata dalle quarantene degli ultimi due anni. Nella città termale continuano a mancare all'appello i turisti russi, un'assenza che si fa notare, non fosse altro perché sul piano dell'impatto economico per valore di spesa i russi si erano sempre posizionati al primo posto. Il visitatore russo medio rimaneva in Italia per cinque o più giorni, rispetto ai due o tre della maggior parte degli altri Paesi, e spendeva circa il 65% in più al giorno rispetto al turista medio. La guerra ha praticamente azzerato tutto questo.

Dati preoccupanti che vanno a sommarsi alle difficoltà strutturali delle città termali, in assenza di una visione strategica da parte dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Purtroppo per Fiuggi quello che si chiude oggi è stato un mese tutt'altro che soddisfacente sul piano delle presenze turistiche, con i dati ufficiali che contraddicono le previsioni ottimistiche qualche mese fa. Qualcosa evidentemente non ha funzionato e non può essere ricondotto soltanto alla guerra tra Russia e Ucraina. Un ruolo importante in negativo certamente lo stanno giocando le difficoltà economiche di molte famiglie italiane costrette a fare i conti con l'aumento generalizzato dei prezzi.

La variante Omicron 5, poi, continua a metterci del suo con il risultato che le presenze termali si attestano su un - 40% rispetto allo stesso periodo del 2019, ante Covid. Il mese di agosto ormai alle porte, invece e per fortuna, va confermandosi molto interessante, da solo però non basterà a reggere la sfida. Si torna quindi alle speranze legate al "paracadute" che il Comune di Fiuggi ha individuato nel progetto di privatizzazione di Atf Spa. Bisognerà fare bene e in fretta. Perché una cosa ormai è certa, Fiuggi i suoi guai li deve risolvere da sola perché continuare a sperare nelle istituzioni sovracomunali è tempo perso.