Cade dalla moto durante una gara all'interno del circuito di Anagni e resta paralizzato. Disposta l'imputazione coatta per il gestore dell'impianto per il reato di lesioni colpose gravissime. La vicenda si è trascinata a lungo tra consulenze sulla pista e due richieste di archiviazione avanzate dalla procura di Frosinone. Tuttavia, dopo l'opposizione presentata dall'avvocato Nicola Ottaviani, legale del motociclista, un frusinate di 23 anni al momento dell'incidente, il giudice per le indagini preliminari ha disposto l'imputazione coatta nei confronti del titolare della struttura sportiva.

L'incidente si è verificato un paio di anni fa sulla pista dell'Isam di Anagni. Lì il ragazzo, insieme ad alcuni amici appassionati delle due ruote, andava a provare la moto in preparazione a delle gare dilettantistiche. Era impegnata in un giro di pista. Il frusinate era con alcuni suoi amici e si stavano sfidando. A un certo punto, però, il ragazzo ha perso il controllo del veicolo venendo sbalzato a terra all'altezza di una curva. Per sua sfortuna, la moto è rimbalzata sul lato della pista e gli è finita contro le gambe. L'impatto è stato tremendo, con il giovane che è stato ricoverato per tre mesi in ospedale. Per le conseguenze dell'incidente, il ventitreenne è ora paraplegico. Oltre alla difficile riabilitazione, il ragazzo ha dovuto affrontare un percorso irto di difficoltà dopo la denuncia.

Inizialmente, infatti, il pubblico ministero titolare del fascicolo non ha ritenuto sussistenti estremi di reato e ha chiesto l'archiviazione sostenendo che il ragazzo si era comunque assunto consapevolmente il rischio. Al che il legale del motociclista, forte di una consulenza tecnica affidata al perito, esperto di infortunistica stradale Giuseppe Speranza, che ha contestato delle carenze sulla dispersione del punto di fuga, ha fatto opposizione. Il giudice Antonello Bracaglia Morante ha affidato una consulenza d'ufficio il cui esito è stato che questi circuiti non hanno regole specifiche applicabili e non possono nemmeno applicarsi le normali regole del codice della strada.

La procura ha così insistito sulle proprie posizioni chiedendo un'altra archiviazione.
La difesa del motociclista ha presentato una nuova opposizione sostenendo che benché non siano applicabili delle norme specifiche andava comunque rispettato un principio di precauzione al quale fa legittimo affidamento l'utente della pista. L'eccezione è stata accolta dal giudice che ha imposto al pubblico ministero l'imputazione coatta del gestore dell'impianto motoristico. Si andrà così a processo per lesioni colpose gravissime.