Riperimetrare il Sin della Valle del Sacco? Un'iniziativa errata. Un concetto ribadito in queste ore dal sottosegretario al Mite, la frusinate Ilaria Fontana, che ha, sostanzialmente bollato come impraticabile la strada che la Regione Lazio vorrebbe seguire. «Ho letto con stupore nelle settimane scorse - dichiara in una nota ufficiale la Fontana - diversi articoli di stampa in cui viene annunciata la formale presentazione da parte del commissario straordinario per gli interventi di bonifica emessa insicurezza della Valle del Sacco, della richiesta di riperimetrazione del "Sin della Valle del Sacco". Richiesta a cui il Mite ha risposto prontamente. Un'iniziativa che considero errata, inopportuna e contraddittoria».

«Errata - argomenta la Fontana - perché non rispettosa delle disposizioni vigenti che affidano al Mite e non alla Regione Lazio o al Commissario la valutazione se operare una riperimetrazione del Sin. Inopportuna, perché prima ancora della forma dell'istanza (che dunque non può aprire formalmente alcun procedimento), l'obiettivo sotteso ad ogni intervento di bonifica o messa in sicurezza di un sito contaminato è finalizzato alla rimozione dei fattori inquinanti al fine di tutelare la salute dei cittadini, restituendo loro ampie porzioni di territorio, per troppo tempo devastate da attività non coerenti con la tutela dell'ecosistema e della salute e integrità di ciascuno di noi. Pertanto, le bonifiche si fanno con i fatti e non immaginando vie poco praticabili.

Infine contraddittoria in quanto, come noto all'atto della declassificazione del Sin operata dal Ministero dell'Ambiente nel 2013, la Regione, invocando la ricorrenza dei requisiti generali, e peraltro molto gravi, che inducono alla classificazione di un sito quale Sin ai sensi dell'articolo 252 del dlgs 152/2006, ne aveva chiesto, ottenendola, l'annullamento. Successivamente, solo a valle di un complesso e articolato procedimento che ha visto l'ampia partecipazione della stessa Regione e delle altre amministrazioni coinvolte, si è giunti nel 2016 alla attuale perimetrazione del Sin "Bacino del Fiume Sacco"».

«Delle due l'una - prosegue la Fontana - È difficile sostenere che elementi nuovi in esito alle istruttorie svolte per richieste di autorizzazioni, peraltro acquisite al di fuori dei procedimenti di bonifica di competenza Mite, possano aver sostanzialmente cambiato il quadro, peraltro grave, della situazione a distanza di pochi anni. Bonificare significa assicurare cura e attenzione verso quei luoghi di sofferenza, restituire dignità e prospettive di sviluppo economico e sociale, mettendo al centro le persone, il loro benessere e l'ambiente circostante». «In questi mesi per mia ferma volontà ho convocato e presieduto più volte un tavolo politico istituzionale, che ho volutamente reso permanente, con l'obiettivo di superare le criticità e per trovare insieme soluzioni. Dispiace che il soggetto attuatore non abbia mai portato al tavolo questa esigenza e questa sua necessità. Ne avremmo discusso e trovato insieme la soluzione migliore. Quello che è certo é che la bonifica del "Sin Bacino del Fiume Sacco" andrà avanti: una necessità e responsabilità che dobbiamo alle comunità locali e alle future generazioni» conclude il sottosegretario Ilaria Fontana.