Era l'alba di lunedì 25 luglio 2011 quando, forse a causa di un malore del conducente, un tir, sfondando il guardrail, precipitò giù dal viadotto Venditti I – II al chilometro 25,5 della superstrada Sora-Cassino. Il tir finì la sua corsa nel dirupo proprio dove c'è un tornante della provinciale 259 che per l'incidente restò con la carreggiata parzialmente ristretta.
Da allora, nessun intervento per riparare i danni causati dal tir che sradicò decine di metri di guardrail: sono undici anni, infatti, che una fila di barriera Jersey protegge a valle la strada, restringendone la carreggiata proprio in un tratto molto delicato perché in prossimità di una curva e per essere stretto tra una parete rocciosa a monte e lo strapiombo a valle.
Undici anni sembrano davvero troppi per riportare in condizioni di sicurezza il traffico che percorre quel tratto di superstrada: la lunghezza interessata da quel lontano incidente è di qualche decina di metri e una riduzione di carreggiata ne limita fortemente l'uso.
Inutile dire che la rimessa in pristino della carreggiata con quel che consegue, cioè sicurezza e condizioni ottimali della viabilità, è diventata ormai improcrastinabile; considerando l'enorme flusso di traffico che percorre la superstrada in larga parte composto di tir, torpedoni e furgoni, continuare ad avere un restringimento di carreggiata in un punto pericoloso può apparire una leggerezza senza giustificazioni. Soprattutto alla luce di vari aspetti, tra cui quello che sottolinea che le conseguenze di quell'incidente sembrano finite nel dimenticatoio, nonostante siano ancora lì a dimostrare la gravità della situazione e l'inerzia nel porvi rimedio.