Dopo la vittoria dei comitati di Sabaudia, dove nei giorni scorsi sono stati rimossi i cancelli abusivi che impedivano l'accesso alle spiagge libere, il comitato a difesa delle spiagge libere della Riviera di Ulisse si chiede quando anche a Gaeta accadrà.

A porre la domanda alle istituzioni e cittadini è la portavoce del comitato Manuela Salvi: «A Sabaudia sono stati rimossi per sempre i cancelli abusivi che impedivano l'accesso al mare in modo che i proprietari dei terreni a ridosso della spiaggia non avessero "seccature" come liberi cittadini che beneficiano del diritto sacrosanto di andare in spiaggia dagli accessi pubblici. Gaeta ha situazioni analoghe in diversi punti della sua costa.
Cancelli abusivi che noi del comitato abbiamo opportunamente denunciato. Lo scopo è avere delle spiagge private da aprire e chiudere a proprio piacimento».

Continua dunque la battaglia per sensibilizzare i cittadini ad una "piaga" com'è stata più volte definita dalla Salvi, che affligge i litorali gaetani a libera fruizione. Per questo motivo la Salvi continua a ripetere di denunciare abusi e soprusi di concessionari improvvisati alle autorità competenti, quali Capitaneria di Porto: «L'unico mezzo per riprenderci le nostre spiagge ha spiegato la portavoce è segnalare gli illeciti. Non esiste altro modo. Le segnalazioni non possono essere ignorate quando sono tante sullo stesso problema. Grazie a questo atteggiamento di turisti e cittadini possiamo dire che qualcosa si sta muovendo. Se siete vittime di un sopruso come: qualcuno cerca di allontanarvi dalla spiaggia, sulla spiaggia libera trovate ombrelloni preposizionati vuoti, o qualcuno cerca di imporvi dove vi dovete mettere e ovviamente non si tratta delle prime file, o ancora qualcuno cerca di impedirvi di scendere in spiaggia di sera o di notte e venite aggrediti per qualunque motivo dai gestori dei noleggi sulle spiagge libere avete due opzioni - ha proseguito Manuela Salvi - chiamare la Capitaneria di Gaeta. È importante lasciare nome e cognome e aspettare che venga la pattuglia perché raccolgano la vostra testimonianza. E' quella che conta.
Oppure se non volete fare la chiamata, raccogliete foto o video, se possibile, e successivamente inviare una email dettagliata all'indirizzo della Capitaneria. La sfiducia nelle istituzioni ci porta a non considerare efficaci queste denunce, eppure nei luoghi in cui le spiagge sono state liberate, le segnalazioni dei cittadini hanno avuto un ruolo determinante».