Allenta ancora un po' la presa il Covid-19 in provincia di Frosinone. Nel bollettino quotidiano emesso ieri dall'Asl sono stati, infatti, computati 612 nuovi positivi (su 2.858 tamponi effettuati), 31 in meno rispetto alla rilevazione precedente che era stata di 643 unità; sono saliti, invece, per fortuna, i nuovi negativizzati: 945 contro i 795 del bollettino precedente, ben 150 in più del dato precedenti. Stabili i ricoverati, fermi a quota 86, e nessun decesso nelle ultime ore.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica del virus, il primato di giornata è andato al capoluogo con 58 nuovi casi; a seguire Cassino 54, Alatri 42, Ferentino 36, Ceccano 29, Anagni 26, Sora 24 e poi altri 73 comuni con almeno un contagiato. Nel Lazio su 4.318 tamponi molecolari e 28.675 tamponi antigenici per un totale di 32.993 test, sono stati registrati 6.365 nuovi casi positivi (+257), i decessi sono stati 7 (-4), 1.095 i ricoverati (+6), 73 le persone ricoverate in terapia intensiva (+5) e +7.396 i guariti. Il rapporto tra tampone e positivi, in base agli ultimi dati, è al 19,2%. È stata superata quota 13 milioni e 550 mila vaccini complessivi, di cui 4 milioni di dosi booster effettuate, circa l'83% di copertura con dosi booster della popolazione adulta.

Nella fascia pediatrica 5-11 anni sono oltre 148 mila i bambini con prima dose. L'Istituto superiore di sanità, nel report esteso sul Covid-19, ha evidenziato che «nel corso dell'ultima settimana il numero di casi segnalati sembra aver raggiunto il picco e iniziato a diminuire. Risultano in aumento le ospedalizzazioni, i ricoveri in terapia intensiva e i decessi». Durante questa settimana, in effetti, c'è stato un progressivo calo dei nuovi contagi, passando da 120.000 di martedì 19 ai 71.000 del 22. L'occupazione delle terapie intensive, secondo i dati Agenas, è stabile al 4%, quella dei reparti non critici al 17%.

Rimane poi il problema delle reinfezioni che esiste anche nei vaccinati o nei guariti anche da un solo mese, ma è chiaro, si fa più alto mano mano che ci si allontana dalla data della vaccinazione o della malattia. Di solito, però, la reinfezione è meno grave. Dal 24 agosto 2021 al 13 luglio 2022 sono stati segnalati 813.817 casi di reinfezione, pari a 5,2% del totale dei casi notificati. Il rischio di reinfezione aumenta dopo 210 dalla diagnosi Covid-19, nei non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni, nelle donne, nei più giovani (12-49 anni) e negli operatori sanitari.

Papilloma virus
Non solo vaccini anti-Covid. La Asl di Frosinone, da sempre in prima linea per l'attività vaccinale, lancia una campagna di informazione e sensibilizzazione per la vaccinazione contro l'Hpv, il virus del Papilloma Umano che colpisce in particolare le fasce più giovani della popolazione. Un'arma importante che può prevenire circa il 90 per cento delle neoplasie causate dall'HPV, eppure le coperture vaccinali sul nostro territorio sono, ad oggi, ancora troppo basse. A parlarne è con la Coordinatrice del Servizio Vaccinale della Asl, dottoressa Maria Gabriella Calenda.

Dottoressa Calenda cos'è l'Hpv (Human Papilloma Virus)?
«È un virus molto comune, la cui infezione a trasmissione sessuale è tra le più diffuse nei paesi industrializzati e colpisce, in egual misura, entrambi i sessi. È il principale responsabile dell'insorgenza dei tumori della cervice uterina, dell'ano, della vagina e della vulva, del pene, della cavità orale, del faringe, della laringe ed è responsabile anche dei condilomi genitali. Esistono numerosi sierotipi di HPV identificati con un numero: i più frequenti sono HPV16 e HPV18 che sono i responsabili del 70% dei tumori del collo dell'utero. In generale, il Papillomavirus è il secondo agente patogeno responsabile di cancro nel mondo. Una volta contratta l'infezione, il papilloma virus rimane nei tessuti e lesioni collegate possono comparire dopo molti anni».

Perché partire con una campagna di sensibilizzazione proprio per la vaccinazione anti-Papillomavirus?
«Nella nostra attività quotidiana, in questi anni, abbiamo assistito ad una progressiva riduzione dell'adesione a questa vaccinazione per una sottovalutazione da parte della popolazione della estrema gravità della patologia che andiamo a prevenire con il vaccino. La campagna di vaccinazione anti-papillomavirus è iniziata in Italia e nella nostra Regione nel 2008 e, mentre per le prime coorti di nascita interessate dalla offerta attiva e gratuita del vaccino (anni 1997 e succ.) sono state raggiunte coperture vaccinali ottimali, anche fino al 95%, via via l'adesione è andata a diminuire per toccare il minimo nel periodo della pandemia. L'emergenza sanitaria Covid ha fatto registrare in tutta Italia una diminuzione dell'accesso ai servizi per tutti i vaccini, in particolare per quelli della fascia adolescenziale, e, tra questi, il vaccino anti-papillomavirus è quello che ha più risentito in termini di adesione, esponendo al rischio di malattie trasmissibili la popolazione non vaccinata. Nella nostra Regione, e nella nostra Asl in particolare, il problema è meno evidente ma comunque riteniamo necessario attivarci per richiamare l'attenzione su patologie gravissime, non-Covid, per le quali abbiamo a disposizione un vaccino sicuro ed efficace che può salvare tante vite umane».

Quanto è importante la vaccinazione e di quante dosi si compone?
«È fondamentale. La vaccinazione con il vaccino 9val (per 9 sierotipi ad alto rischio) previene l'infezione da Papillomavirus e può prevenire fino al 90% dei tumori HPV correlati».

Il ciclo vaccinale prevede: 2 dosi da 11 a 14 anni; 3 dosi dai 15 anni in poi. La vaccinazione è: gratuita per i soggetti di entrambi i sessi dagli 11 ai 25 anni (per i maschi, a partire dalla coorte di nascita 2006) e per tutti i soggetti già trattati per lesioni pre-cancerose a partecipazione della spesa per i soggetti a partire dai 25 anni. La Asl da tempo sta cercando di sensibilizzare la popolazione più giovane perché le coperture vaccinali, ad oggi, sono ancora troppo basse per proteggere la popolazione esposta e sconfiggere questo agente patogeno responsabile di neoplasie gravissime. Ad integrazione del programma vaccinale, è fondamentale l'adesione allo screening per i tumori cervice uterina (Tcu), attivo in tutta la Regione Lazio e anche nella Asl di Frosinone, che permette la diagnosi precoce e il tempestivo intervento terapeutico. La vaccinazione può essere effettuata nei centri vaccinali della Asl.