Giorni di fuoco per i commercianti di via Marittima, non solo per le temperature torride, «forse perché questa strada è stata scambiata per un lungomare». In una delle strade principali del capoluogo, non troppo lontano dal mercato, sono iniziati i lavori per la realizzazione di una pista ciclabile: dalla stazione, passando per via Marittima fino ad arrivare al parco del Matusa. Ma non solo. Anche nella viabilità c'è una novità importante. Il doppio senso di marcia è diventato a senso unico. Quindi più traffico, clientela dimezzata e bar vuoti. Questa la situazione denunciata dai commercianti, a causa del cambio di "identità" della strada.

La nuova pista ciclabile è stata progettata a ridosso del marciapiede pedonale, togliendo a disposizione dei cittadini l'area di sosta per le auto. Un progetto green e innovativo che, secondo le lamentele pervenute dai proprietari delle attività, non ha tenuto conto dei loro punti di vista e della loro situazione. Una ripresa che già stentava ad arrivare: caro bollette, aumento delle materie prime e la pandemia che fatica ad andarsene.
Un progetto ideato dalla giunta Ottaviani e portato avanti dalla nuova, recentemente insediata. «Io continuerò a ripetere all'infinito che una buona amministrazione si deve interfacciare con i commercianti, l'errore è proprio questo – spiega Dheni Paris titolare del bar Bj – Sono loro che movimentano la città. È un progetto che colpisce negativamente le attività commerciali. Con la riapertura delle scuole e il maltempo la situazione peggiorerà ulteriormente. Il lavoro è già sceso del 30% e stiamo vivendo tutti la stessa situazione. Se è vero che questo progetto è sperimentale e l'operazione dovesse avere un risultato negativo – conclude Paris – che abbiano almeno il coraggio di ravvedersi».

«I parcheggi non ci sono più e di conseguenza i clienti mancano – dicono i proprietari del caffè Minotti, storico locale di Frosinone – I cornetti sono tutti sul bancone e sono solo pochi giorni da quando è stata stravolta la viabilità qui in via Marittima. Purtroppo dobbiamo dire che con questo progetto ci hanno bloccato le ali».
«Dove sono le biciclette? – continuano i titolari della pasticceria Totò – Da quando abbiamo aperto questa mattina abbiamo avuto il 40% in meno di clientela. Così non ha senso restare aperti, siamo molto preoccupati per il futuro della nostra attività». Poco più avanti si trova anche lo storico forno "Calabrese" con cinquant'anni di attività alle spalle. Anche qui non si respira un clima sereno. «Ho sette dipendenti, se continuiamo con questo ritmo restiamo a casa e gli operai andranno sotto al comune a protestare – spiegano Marco Calabrese e Graziella, proprietari del forno – Stiamo incassando un quarto dei soldi che in genere prendevamo. Sono solo tre giorni ed è già un disastro. Il nostro appello è affinché torni tutto come prima».

«L'ultimo cliente è entrato alle 16, mai successo – dice Simona Tomassi, proprietaria del "Chicco di caffè" – Sono stata costretta anche a regalare i cornetti che ormai non riesco più a vendere. Purtroppo se la situazione è questa, qui non abbiamo più futuro e sarò costretta a chiudere la serranda».
Il progetto ha come obiettivo principale quello di abbattere le polveri sottili in una zona altamente frequentata, anche per le numerose attività presenti e per lo Scalo ferroviario. I commercianti sono sul piede di guerra e minacciano anche di bloccare il traffico veicolare affinché vengano ascoltati i loro problemi.