"Con te è volato in cielo un pezzo del nostro cuore". "Corri tra gli angeli con il cappellino di paglia. Ciao Nicolò, continuerai a vivere in ognuno di noi". Su una ringhiera gli striscioni e al centro, seduti davanti alla bara bianca, i suoi amici, tutti con il cappello di paglia proprio come amava indossare Nicolò. Proprio lì, dove fino a quindici giorni fa, le risate, i sorrisi dei bambini del grest della parrocchia, tra cui quelli di Nicolò, riempivano le giornate di allegria, ieri dai volti dei numerosi presenti scorrevano lacrime, una dietro l'altra. Commosso saluto al piccolo di Mole Bisleti. I funerali sono stati officiati dal parroco don Luca.

La salma è arrivata dopo le 13 nella chiesa di Mole Bisleti accolta dalla sua comunità. Comunità che si è stretta da subito al dolore dei genitori. Lunedì in tanti hanno partecipato alla veglia di preghiera sempre a Mole Bisleti dove ieri è stato portato l'ultimo saluto a quel bambino ricordato da tutti per il suo sorriso, la sua allegria, la sua gentilezza. Commovente anche il ricordo della famiglia, del papà che ha scritto una lettera per il suo bimbo. Tanti i ricordi anche degli amici e compagni. Per tutti ora c'è un angelo in più in cielo.

Nell'omelia don Luca ha ricordato il bambino che era Nicolò, «tutti lo abbiamo incontrato e amato. Anzi, è un bambino che ha amato noi. Nel vangelo abbiamo ascoltato per due volte queste parole "perché piangi donna?" Il nostro cuore è colmo di dolore, gli occhi sono stracolmi di lacrime, ma allo stesso tempo dobbiamo gioire. Siamo stati fortunati perché abbiamo incontrato Nicolò. Un angelo. Adesso Nicolò vive in comunione con Gesù, vive tra le braccia di Dio e questo deve farci gioire proprio perché adesso guarda dall'alto ciascuno di noi». Don Luca ha poi portato tutti a riflettere, a porsi delle domande, facendo riferimento a grandi istituti: «la chiesa e la parrocchia, la famiglia e la politica e la sanità. Nicolò era innamorato di questa chiesa, della parrocchia, come della sua famiglia. I suoi disegni che sono sugli striscioni, raccontano del suo amore per la famiglia. Dobbiamo farci delle domande. Nelle nostre famiglie oggi siamo ancora in grado di amarci, di accoglierci, di mettere sulla retta via i ragazzi, i giovani, i bambini?

Poi il terzo punto: politica e sanità. «La morte di Nicolò deve dire qualcosa alla sanità, alla politica, alla società intera. Non è possibile vedere ancora persone che hanno perso il senso dell'umanità. Oggi il più delle volte noi veniamo trattati da numeri, non siamo più persone. Ecco questo deve farci riflettere tutti, nessuno escluso. Oggi non possiamo tornare a casa come prima perché è successo qualcosa di grave, qualcosa che non doveva accadere. È morto un bimbo di 8 anni. E questo deve farci riflettere a partire dalla chiesa, dalla parrocchia, dalla famiglia, dalla politica e dalla sanità».
«Ti piaceva disegnare e sei stato chiamato a disegnare il firmamento intero - le parole del papà - Eri un angelo e ora sei tra loro. Il tuo sorriso, l'allegria, l'amore che ci hai donato faranno si che mai ti dimenticheremo».
Al termine del rito funebre sono stati lasciati volare in cielo, palloncini bianchi e azzurri, sulle note della canzone di Irama "Ovunque sarai", del rumore del fuochi pirotecnici e di lunghi applausi.