La seconda vita di Piero Pagliaroli: prima e dopo la rottura di un aneurisma addominale che poteva costargli l'esistenza. A salvarlo il dottor Norberto Venturi, chirurgo frusinate, e la tempestività della squadra operativa dell'ospedale di Frosinone. L'excursus drammatico inizia il 13 luglio di venti anni fa, quando il signor Pagliaroli, monticiano di 56 anni, ferraiolo per la ditta Paglia, comincia a ravvisare mentre è a lavoro forti dolori lombari. L'escalation delle fitte non cessa così che a tarda serata si profila come unica soluzione la corsa in ospedale.

Si rende subito necessario il ricovero formalizzato presso il reparto di urologia di Frosinone, proprio per dolore in sede lombare. Due giorni di punti interrogativi fino alla diagnosi: aneurisma dell'aorta addominale con rottura in atto. La prassi richiederebbe il trasferimento in un centro di chirurgia vascolare data la mancanza di allora, come oggi, di un reparto attrezzato nel presidio ciociaro. Il professore Norberto Venturi, di turno nel reparto di chirurgia generale, è così chiamato a tentare il tutto e per tutto, davanti a una vita appesa ad un filo e alle ore contate. Lo sgomento della moglie e l'attesa, un ospedale mobilitato fino al momento di poter tirare un sospiro di sollievo: intervento riuscito.

A distanza di 20 anni, ancora vivo il ricordo, di aver salvato un uomo attingendo a tutte le risorse nel limite della disponibilità e facendo lavoro di squadra, come racconta il dottor Venturi: «La rottura dell'aneurisma è spesso fatale e lo confermano i numeri sulla mortalità che restano altissimi. Parliamo dell'80 per cento di probabilità di decesso tra pre, intra e post operatorio. Davanti alla situazione clinica del paziente non si poteva che agire: è stato eseguito un intervento di protesi aortica a seguito della lacerazione. Un episodio clinico che si è risolto nel migliore dei modi possibili».

Un anniversario che Piero Pagliaroli celebra ogni anno: «Oggi ho 76 anni e non posso che ringraziare dal profondo del cuore il dottor Norberto Venturi che davvero mi ha regalato una seconda vita. La salute vacilla ancora, ma senza il lavoro eccellente del professore oggi non sarei qui a raccontare la mia storia».