La Sovrintendenza torna in piazza Innocenzo III per decidere la sorte del prezioso mosaico venuto alla luce durante i lavori di sistemazione di un'area destinata a parcheggio. Nella tarda mattinata di lunedì, i tecnici impegnati nella salvaguardia e possibile valorizzazione di una scoperta che potrebbe determinare la rilettura della storia della città dei Papi, sono tornati sul sito confinante con Palazzo Bonifacio VIII.
Il mosaico, in effetti la pregiata pavimentazione del salone di un antico palazzo, si mostrava in tutta la sua bellezza grazie al trattamento temporaneo che ne evidenziava i dettagli. Sul posto l'archeologa Valentina Sperti, che cortesemente spiegava trattarsi di un mirabile esempio di opus signinum. La ricca residenza ha restituito, grazie allo scavo stratigrafico condotto dal Comune di Anagni e dalla Soprintendenza archeologica di Frosinone e Latina, materiali attribuibili ad una frequentazione di circa un secolo e mezzo, conclusasi in età augustea.
Altri elementi (un'arcata parzialmente coperta da detriti, cumuli di mattoni residuati da un crollo) confermano la maestosità della struttura, d'altra parte collocata nelle immediate prossimità dell'acropoli in posizione dominante rispetto alla Valle del Sacco. Anagni, dal IV secolo a.C., ebbe contatti diretti con Roma, con significative ricadute sulla politica e sull'economia. Purtroppo, nel corso degli scavi eseguiti a seguito della scoperta avvenuta l'anno scorso grazie all'impegno del Comune di Anagni, sono stati disvelati anche precedenti interventi che non hanno rispettato le antiche vestigia con compromissione dei preziosi reperti.
All'indomani della scoperta del mosaico, il sindaco Daniele Natalia dichiarò che mai l'opera sarebbe stata ricoperta e sottratta al godimento di appassionati e studiosi. L'archeologa Sperti ha confermato altresì che i materiali in corso di studio verranno a breve pubblicati perché tutti possano godere della bellezza di Anagni e del suo passato.